- La crisi del settore automobilistico italiano ha trovato un nuovo capro espiatorio: le auto elettriche. Secondo gli industriali italiani, la colpa delle vendite in calo è da attribuire alle vetture a batterie. Federico Visentin di Federmeccanica e Francesco Borgomeo di Unindustria Cassino sono tra i principali critici. Borgomeo, operante nel distretto ex Fiat ora Stellantis, ha lanciato un monito alla politica: o si cambia o si chiude.
La transizione energetica, invece di unire, rischia di dividere. Le critiche aumentano, alimentate dalla gestione politica spesso maldestra. Borgomeo, rappresentante di Unindustria, sollecita al governo strumenti straordinari per la transizione ecologica. Tuttavia, le reazioni non si sono fatte attendere. Samuele Lodi e Stefano Angelini di Fiom Cgil hanno replicato duramente, accusando Borgomeo di non assumersi le responsabilità verso i lavoratori ex Gkn, ora Qf, senza tutele e stipendio.
Il settore automotive vive una fase di difficoltà, con ripercussioni sulla produzione industriale e sull’occupazione. I cambiamenti in atto, le scelte industriali e la mancanza di strategie pubbliche adeguate aggravano la situazione. Gli incentivi e i bonus all’acquisto di auto agiscono solo temporaneamente sulla domanda, senza risolvere i problemi a lungo termine.
La crisi del settore automobilistico italiano è complessa e multifattoriale.