Un malore improvviso ha stroncato la vita del giovane ciclista Simone Roganti, di soli 21 anni. Il decesso è avvenuto nella serata di ieri, nella sua abitazione di Villa Santa Maria, dove viveva con la famiglia. Nonostante i tempestivi soccorsi e i tentativi di rianimazione durati oltre un'ora, per il giovane atleta non c'è stato nulla da fare.
La Procura della Repubblica di Pescara ha aperto un fascicolo di indagine per chiarire le cause della morte improvvisa di Roganti. Sarà eseguita un'autopsia per accertare eventuali responsabilità o condizioni mediche preesistenti che potrebbero aver contribuito al tragico evento.
Il presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Cordiano Dagnoni, ha espresso il suo profondo cordoglio ai genitori e ai familiari di Simone Roganti. Dagnoni ha ricordato il giovane atleta come un ragazzo entusiasta e promettente, che aveva recentemente partecipato al Giro della Valle d'Aosta con la Nazionale, ottenendo un decimo posto in classifica.
Angelo Baldini, presidente della squadra dilettantistica di cui Roganti faceva parte, ha sottolineato come il giovane ciclista avesse superato tutti i controlli e i test necessari per partecipare alle competizioni. Baldini ha espresso il suo dolore per la perdita di un atleta che, in soli due mesi, aveva già partecipato a quattro corse e mostrato un grande potenziale.
La morte di Simone Roganti rappresenta una grave perdita per il mondo del ciclismo italiano. Il giovane atleta era considerato una promessa del ciclismo e la sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra i suoi compagni di squadra, i suoi allenatori e tutti coloro che lo conoscevano e lo apprezzavano.