La storia della casa di Montecarlo, dove Fini non abitò mai, lasciata in eredità ad An dalla contessa Anna Maria Colleoni

La Stampa INTERNO

La casa al centro della vicenda giudiziaria e che ha portato alla condanna di Gianfranco Fini, della compagna Elisabetta Tulliani e il cognato Giancarlo Tulliani e il suocero Sergio Tulliani, si trova in Boulevard Princess Charlotte 14, a Montecarlo. Ha una superficie di circa 45 metri quadri ed era stata lasciata in eredità ad Alleanza nazionale (An) dalla contessa Anna Maria Colleoni. Secondo … (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

Si chiude, con la sentenza appena emessa con cui il caro Gianfry viene condannato a due anni e otto mesi di reclusione (come peraltro era nell’aria già dal mese scorso sebbene la posta “in carcere” stimata fosse molto più alta), una pagina che il giudiziario non può guarire se non in parte e in via indiretta. (Il Primato Nazionale)

"Non sono deluso: non sono stato ritenuto responsabile di riciclaggio, evidentemente l'unica cosa che ha impedito di assolvermi è l'autorizzazione alla vendita dell'appartamento che è del tutto evidente non è stata da me autorizzata. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Condannato a due anni ed 8 mesi di reclusione l'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, per l'accusa di riciclaggio in relazione alla vicenda della casa di Montecarlo. I giudici della IV sezione del Tribunale di Roma hanno condannato a 5 anni per riciclaggio la signora Elisabetta Tulliani, compagna di Gianfranco Fini. (Tiscali Notizie)

"Siamo soddisfatti nella misura in cui viene assolto da tutti i capi di imputazione. Rimane soltanto una residua ipotesi legata all'autorizzazione alla vendita della casa di Montecarlo. Siamo sicuri che anche questo verrà chiarito in appello". (Il Sole 24 ORE)

"Per una identica vicenda una denuncia fu archiviata dalla Procura di Roma. Condannati anche la compagna Elisabetta Tulliani, a 5 anni; 6 anni al padre Sergio e al fratello della donna, Giancarlo Tulliani. (ilmessaggero.it)

L'accusa è di riciclaggio. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Roma. (ilmessaggero.it)