Bella ciao, l'ultimo saluto a una grande musicista, ricercatrice e cantante

Bella ciao, l'ultimo saluto a una grande musicista, ricercatrice e cantante

Bella ciao, l’ultimo saluto a una grande musicista, ricercatrice e cantante | In In Orizzonti | Di Di Franco Fabbri E così anche Giovanna se n’è andata. Non amo che nei ricordi di artisti scomparsi i testimoni usino il solo nome proprio – Fabrizio (De André), Franco (Battiato), eccetera – sottintendendo una lunga familiarità che a volte non esiste proprio. Ma, insomma, conoscevo Giovanna Marini da cinquant’anni, e ci siamo sempre chiamati così. (Strisciarossa)

La notizia riportata su altre testate

Il secondo è che è impossibile scrivere di Giovanna Marini senza dimenticare qualcosa della sua lunga e bella storia musicale e politica. (Contropiano)

Compositrice, cantante, ricercatrice che ha dedicato la sua vita alla tradizione orale fondando la Scuola di musica popolare di Testaccio negli anni Settanta, la prima nel suo genere. Lo scrive Angelo Branduardi tra i tanti che dicono addio sui social a Giovanna Marini, scomparsa mercoledì a 87 anni, sintetizzando il lavoro e il valore di questa artista. (Il Centro)

Da lì non è mai mancata con i suoi concerti per raccontare l’Italia della della protesta, della tradizione, del rito, anche a fianco di Francesco De Gregori con quale produsse l’album “Il fischio del vapore“ registrato a Spello. (LA NAZIONE)

«Vi dispiace se canto?», l’ostinato stile della resistenza

Ci sono canzoni di Giovanna Marini che una volta che le ascolti, una volta che sono entrate nel tuo orizzonte sonoro, puoi essere certo che non ne usciranno più. (doppiozero)

Anche se la sua era stata una formazione classica, all’Accadema di Santa Cecilia: famiglia borghese, un fratello gesuita a cui era molto legata per l’apertura di lui, e un inizio clamoroso, dopo un lungo soggiorno negli Stati uniti, che mise in musica al ritorno con un ancora oggi esplosivo Vi racconto l’America. (il manifesto)

Prendi un gruppo di amici d’estate al mare. Dopo cena, una di loro prende la chitarra e dice, «Vi dispiace se suono qualcosa?». Permesso concesso volentieri, anche se non se la tira per niente, alla signora con la chitarra. (il manifesto)