Giovanna Marini, colonna sonora di un'Italia che purtroppo non c'è più

Giovanna Marini, colonna sonora di un'Italia che purtroppo non c'è più

Basterebbe riascoltare “I treni per Reggio Calabria”, oppure “Lamento per la morte di Pasolini”, per cogliere fra i brividi la grandezza assoluta di un’artista come Giovanna Marini, scomparsa a ottantasette anni nella sua Roma, dopo una breve malattia. Amava definirsi “cantastorie”, sappiamo che è stata e sempre sarà molto di più. Studiosa, ricercatrice, cantante e chitarrista che aveva approfondito lo studio dello strumento a sei corde nientemeno che con Segovia, a partire dagli anni Sessanta si dedicò al recupero e alla divulgazione della tradizione musicale popolare di casa nostra. (articolo21)

La notizia riportata su altri media

È difficile dire se sia per il timbro, i colori inconfondibili della sua inconfondibile voce – strumento musicale incredibilmente duttile ed esteso – o se per la capacità di intessere linee melodiche imprendibili su schemi apparentemente semplici. (doppiozero)

Perdiamo un’autentica cantastorie». Compositrice, cantante, ricercatrice che ha dedicato la sua vita alla tradizione orale fondando la Scuola di musica popolare di Testaccio negli anni Settanta, la prima nel suo genere. (Il Centro)

Marini era stata la pioniera del “canto sociale”, dedicandosi al recupero di vecchie canzoni della tradizione popolare tramandate sino a quel momento soltanto oralmente. (Sololibri.net)

«Vi dispiace se canto?», l’ostinato stile della resistenza

Tutta l’Umbria piange la scomparsa di Giovanna Marini, storica protagonista della canzone popolare italiana, compositrice, cantante e ricercatrice. Da lì non è mai mancata con i suoi concerti per raccontare l’Italia della della protesta, della tradizione, del rito, anche a fianco di Francesco De Gregori con quale produsse l’album “Il fischio del vapore“ registrato a Spello. (LA NAZIONE)

Il secondo è che è impossibile scrivere di Giovanna Marini senza dimenticare qualcosa della sua lunga e bella storia musicale e politica. (Contropiano)

Dopo tutto è senza ombra di dubbio la più grande musicista italiana dell’ultimo mezzo secolo e si chiama Giovanna Marini. C’è una poesia di Emily Dickinson a cui pensavo spesso quando mi trovavo vicino a lei: “A nearness to tremendousness”, stare vicini a qualcosa di immenso, che ti invade e ti sovrasta – e che al tempo stesso ti sta accanto, è familiare, e ti tratta come se tu fossi un suo pari. (il manifesto)