Beccaria, un agente: 'Impreparato, non ce la facevo più'

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"Io non ce la facevo più, avevo già chiesto di essere trasferito e venivo anche seguito da uno psicologo". È quanto ha detto, in sostanza, uno degli agenti arrestati nell'inchiesta milanese su torture e violenze al carcere minorile Beccaria, interrogato dal gip di Milano Stefania Donadeo. Sulla falsariga di quanto hanno spiegato anche gli altri quattro agenti che hanno deciso di parlare, il poliziotto ha raccontato che non gli era stata data "alcuna formazione specializzata" per trovarsi davanti quei ragazzi "cosiddetti 'difficili'". (Tiscali Notizie)

Ne parlano anche altre fonti

Atti di tortura e tentati stupri “in un clima infernale” e con “una violenza sistematica (…) consolidata attraverso le numerose e ripetute attestazioni false dei pubblici ufficiali”. Questo per alcuni agenti della Polizia penitenziaria, ma anche, sempre secondo i pm, con il concorso decisivo dei vertici … (Il Fatto Quotidiano)

Qualcosa, qualcuno ha visto e sentito dentro le mura del carcere minorile Beccaria di Milano. Sono quelli che ha raccolto, attraverso colloqui con alcuni ragazzi che erano detenuti, una psicologa in servizio presso il carcere minorile Beccaria di Milano. (ilmessaggero.it)

E’ un trentenne di Formia il principale indagato per le torture al carcere minorile «Beccaria» di Milano. Ieri mattina la polizia e il nucleo investigativo regionale della Lombardia della Penitenziaria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 agenti, 12 dei quali tuttora in servizio. (latinaoggi.eu)

“Questi fatti di una gravità inimmaginabile dovrebbero anche indurci a riflettere: chi lavora a contatto con i minori dovrebbe avere una formazione specialistica, che per quanto riguarda gli agenti di polizia penitenziaria nel carcere minorile è venuta meno dal 2018". (IL GIORNO)

Il cappellano dell'Istituto penale per minorenni commenta gli arresti di 13 agenti della Polizia penitenziaria, ai quali la Procura contesta i reati di maltrattamenti, omessa denuncia e un tentato abuso sessuale (Diocesi di MIlano)

Cosa prova oggi, alla luce dell’inchiesta? MILANO — «Un’isola di illegalità», all’interno della quale si respirava «un clima di terrore», mentre alcuni agenti pensavano di essere «padroni del carcere». (La Repubblica)