VACCINO ANTI COVID - Ritardi Pfizer: in Canavese la prima fase si concluderà a marzo. Fin qui somministrate 11087 dosi - I DATI

QC QuotidianoCanavese SALUTE

Sono 11087 le dosi di vaccino anti covid della Pfizer somministrate in Canavese dall'inizio del mese, ovvero da quando è partita la campagna delle vaccinazioni in tutta Italia.

A queste vanno sommate le 477 persone vaccinate nelle strutture private accreditate e le 2607 delle Rsa del territorio.

9380 le persone che hanno ricevuto la prima dose: sono quindi 1707 le persone che hanno completato il ciclo che prevede una prima e una seconda dose. (QC QuotidianoCanavese)

Se ne è parlato anche su altri media

Il programma di vaccinazione del personale sanitario e degli ospiti delle Rsa prosegue, quindi, regolarmente. Come nelle precedenti due spedizioni sono arrivate 390 fiale per ogni ospedale, per un totale di 4.680 dosi vaccinali divise per due provincie (2.340 a Grosseto, 2.340 ad Arezzo). (IlGiunco.net)

La clausola di Pfizer. Intanto però dal contratto con Pfizer spunta una clausola. Leggi anche > Piano vaccini, Arcuri: «Immunità di gregge? (Leggo.it)

Nello specifico, i recenti ritardi nelle consegne dei vaccini comunicati da Pfizer alla Commissione, non potrebbero in alcun modo essere puniti da interventi giuridici. Questo significa che Pfizer e le altre case farmaceutiche possono anche ritardare le loro consegne di qualche settimana. (InsideOver)

Ti potrebbe interessare anche -> Vaccini, Conte: “Inaccettabile il taglio delle dosi, pronti ad azioni legali”. Come cambia il piano vaccini. Dopo gli ultimi imprevisti che hanno colpito la campagna di vaccinazione, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha annunciato l’entità dello slittamento nel calendario delle somministrazioni in Italia (Ck12 Giornale)

Dalla Regione, però, arrivano rassicurazioni. Il problema però è che restano per il momento bloccate le prenotazioni per chi non ha ancora fatto la prima dose. (Il Resto del Carlino)

Ciò significa che, se al 31 marzo l’inadempienza sarà acclarata, l’azienda potrebbe rimediare ai ritardi senza incappare nelle sanzioni. L’Italia punta però a mettere sotto pressione la casa farmaceutica, auspicando che altri Paesi europei possano seguirla. (Il Fatto Quotidiano)