Privatizzazioni, da vendita Poste fino a 4,4 miliardi

Sky Tg24 ECONOMIA

È quanto prevede il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in Parlamento ha ricordato come con l'operazione il controllo del gruppo rimarrà pubblico. La cessione rientra nel piano di dismissioni da 20 miliardi in tre anni voluto dal governo. Nel mirino anche altre società: da Eni a Ferrovie dello Stato ascolta articolo Più benefici che svantaggi. Giancarlo Giorgetti è certo che la vendita di un pezzo di Poste Italiane sarà conveniente e utile, sia per i conti pubblici, contribuendo a ridurre il debito, sia migliorando il valore della società stessa. (Sky Tg24 )

Se ne è parlato anche su altre testate

Il piano prevede importanti obiettivi di crescita e trasformazione. Ecco alcuni punti chiave: Poste: la Cisl tra i lavoratori per il Piano Industriale (Termoli Online)

"Le risorse che potranno essere ottenute dalla realizzazione dell'operazione dipenderanno dall'ammontare della quota che sarà collocata sul mercato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

A dirlo è il ministro di Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti nella sua audizione alla Camera. Nelle privatizzazione il Mef non cederà mai il controllo. (Economy Magazine)

A dirlo è il segretario nazionale Slc Cgil Nicola Di Ceglie, commentando quanto reso noto dal titolare del dicastero dell'Economia durante l'audizione di mercoledì 27 marzo alla Camera. “Le parole del ministro Giorgetti attestano, oltre ogni ragionevole dubbio, lo stato di confusione in cui versa il governo riguardo la svendita di Poste Italiane”. (Collettiva.it)

Minuti per la lettura La privatizzazione, con una variazione dell’assetto azionario di Poste Italiane «non cambia» il ruolo di Poste né la strada tracciata con il nuovo piano strategico al 2028, ha sostenuto l’ad di Poste Italiane, Del Fante, escludendo ricadute sull’azienda (Quotidiano del Sud)

Le rassicurazioni arrivano dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, audito in Parlamento sul decreto per la ulteriore privatizzazione di Poste. Oggi il Tesoro detiene quasi il 65% della società, fra partecipazione diretta (29,3%) e indiretta, tramite la controllata Cassa Depositi e Prestiti (35%). (Corriere della Sera)