Giorgetti fa il punto su Poste, la quota Mef vale 4,4 miliardi

QUOTIDIANO NAZIONALE ECONOMIA

"Le risorse che potranno essere ottenute dalla realizzazione dell'operazione dipenderanno dall'ammontare della quota che sarà collocata sul mercato. Laddove si procedesse alla cessione dell'intera partecipazione direttamente detenuta dal Mef, ferme rimanendo le valutazioni che potranno essere effettuate in merito al mantenimento della partecipazione pubblica maggioritaria nel capitale, il controvalore desunto sulla base dei più recenti dati di mercato disponibili potrebbe ammontare a circa 4,4 miliardi". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altre testate

Il dossier dismissione di Poste è caldo e il governo ha bisogno di risorse fresche proveniente dal pacchetto di cessione delle quote delle partecipate. (Italia Oggi)

Vale 4,4 miliardi la quota del capitale azionario di Poste Italiane detenute dal Mef (29,7%), risorse che – qualora si decidesse di collocare l’intero pacchetto sul mercato – sarebbero destinate alla riduzione del debito pubblico italiano, insieme a quelle attese dal piano di dismissione degli asset detenuti dallo Stato, annunciato nella Nadef, che nell’arco di un triennio (2024-2026) dovrebbe assicurare un introito di circa 20 miliardi (un punto di Pil) da destinare all’abbattimento del rapporto debito/Pil, portandolo al di sotto del 140%. (Quotidiano del Sud)

TERMOLI. In occasione della visita presso il Centro Logistico di Termoli il Segretario della CISL Antonio D’Alessandro ha parlato del Piano Industriale 2024-2028 presentato da Poste Italiane Spa il 20 marzo. (Termoli Online)

Questo lo stato alle attuali condizioni di mercato. Di certo c’è un ammanco previsto di circa 100 milioni. (L'HuffPost)

“Il piano dell'esecutivo – spiega il dirigente sindacale – di dismettere l'intera quota azionaria di Poste oggi in suo possesso, confermata dal ministro Giorgetti, è una decisione scellerata che non risponde neanche agli obiettivi enunciati, di fronte alla quale proseguiremo ogni azione di contrasto utile a fermare un progetto insensato”. (Collettiva.it)

Nelle privatizzazione il Mef non cederà mai il controllo. La Nadef 2023 prevede, infatti che la dismissione delle società partecipate dello stato possano generare in tre anni risorse per 20 miliardi di euro, ma non contempla che ci possa essere la cessione del controllo. (Economy Magazine)