Il 25 aprile che divide Milano: la Comunità ebraica sfilerà senza gonfalone

TGR Lombardia INTERNO

Quando dieci giorni fa si era ritrovata in sinagoga per ricordare gli ostaggi nelle mani Hamas, la Comunità ebraica di Milano aveva espresso una convinzione: che la solidarietà nei suoi confronti sia troppo debole. Quell'idea si concretizza ora nella decisione di non sfilare con il gonfalone al corteo nazionale del 25 aprile: lo slogan scelto dall'Associazioni partigiani - cessate il fuoco ovunque - non è condiviso dalla comunità ebraica, che sfilerà ma insieme alla brigata ebraica, già in passato contestata dai sostenitori della causa palestinese. (TGR Lombardia)

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Milano, 18 apr. – “Gli ebrei italiani e la Brigata Ebraica furono parte attiva alla lotta di resistenza al nazifascismo e la presenza della Comunità Ebraica dovrebbe essere un dato assodato”. (Agenzia askanews)

“Col presidente di Anpi e della Cgil avevamo deciso settimane fa in un senso, ma visto che non stanno agli accordi e che ce lo comunicano in modo poco carino, noi come Comunità non ci saremo” . Così il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, ha spiegato la decisione di sfilare il prossimo 25 aprile senza il proprio gonfalone. (ilGiornale.it)

Del Consiglio della Comunità ebraica di Milano Gli ebrei milanesi, appartenenti alle diverse organizzazioni, sfileranno uniti sotto le insegne della Brigata Ebraica in riconoscimento dei valori rappresentati dalla sua partecipazione attiva alla lotta di liberazione. (Mosaico-cem.it)

Alla fine è rottura tra comunità ebraica e comitato permanente antifascista: la prima non parteciperà col proprio gonfalone alla manifestazione del 25 aprile, mentre chi vorrà sfilerà con le sole insegne della Brigata ebraica. (MilanoToday.it)

La granata si presentava completa di spoletta e di carica esplosiva. Dopo aver messo in sicurezza la zona sul posto veniva richiesto l’intervento degli artificieri del Comando Provinciale di Catanzaro ed informata l’autorità giudiziaria che disponeva il sequestro e la contestuale distruzione in sicurezza della granata. (Corriere di Lamezia)

Fuor di ogni retorica dovrebbe essere (ma non è) il momento dell’anno civile più condiviso, quello che più segna la nostra comune identità da quel giorno del 1945 in poi. Prima di tutto perché negli ultimi anni, forse decenni, si è andata via via spegnendo la portata educativa del 25 aprile: fino a tutti gli anni Ottanta quel giorno era al centro dell’anno scolastico, nel vero senso della parola. (La Stampa)