Emergenza Pronto Soccorso: chi ci assisterà se avremo bisogno di cure urgenti?

Corriere della Sera SALUTE

Sono state oltre 18 milioni le richieste di assistenza al Pronto Soccorso nel 2023 e in più di un caso su cinque si poteva evitare. Tornano a crescere da più di un anno gli accessi nelle strutture di emergenza e urgenza dopo il calo negli anni della pandemia, a fronte di una riduzione del personale sanitario, con una carenza di quasi 5 mila medici e 10 mila infermieri. E coi professionisti in servizio costretti a turni massacranti in un’area in cui, oltre alle competenze, occorre anche lucidità poiché arrivano pazienti in condizioni anche a rischio di vita. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

Secondo il grafico diffuso da Agenas siamo sotto i 5 ogni 100 abitanti, rispetto a Bolzano il cui numero è tre volte più alto. I dati emergono da un report che contiene i numeri degli accesso in Pronto Soccorso e gli effetti del potenziamento dell'Assistenza Territoriale per una migliore presa in carico dei pazienti. (l'Adige)

A pubblicare i nuovi dati sulla salute dei Ps italiani è l’Agenas che, nello studio presentato oggi, rileva pure come 3,5 milioni di cittadini (il 5,8% della popolazione) impieghino oltre 30 minuti a raggiungere il posto di emergenza più vicino. (Borderline24.com)

Nessuna urgenza, dunque. Che si poteva magari risolvere rivolgendosi al dottore di famiglia, oppure a quello della continuità assistenziale, la guardia medica per intendersi. (LA NAZIONE)

Migliorare gli accessi al pronto soccorso ed implementare il Dm77 per una migliore presa in carico dei pazienti: è quanto emerso da una tavola rotonda che si è tenuta a Roma nella sede dell'Agenas, alla quale ha partecipato il presidente nazionale del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), Angelo Testa. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Nel 2023 sono stati 18,27 milioni, con un aumento del 6% rispetto al 2022. Metà di questi arriva per disturbi generici, il 10% per problemi agli occhi, il 7% per dolori addominali, il 4,5% per problemi ginecologici e otorinolaringoiatrici. (L'Adige di Verona)

Ansa (Avvenire)