Storia del 25 aprile, perché proprio oggi si festeggia la Liberazione

Storia del 25 aprile, perché proprio oggi si festeggia la Liberazione
QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Roma – Il 25 aprile è una delle Feste nazionali del nostro Paese. In questa giornata si celebra la Liberazione, un anniversario pieno di significati nella storia dell’Italia. La data, nello specifico, commemora un momento storico che, settantanove anni fa, nel 1945, ha segnato la fine dell'occupazione nazista e la caduta del regime fascista. Ancora oggi il 25 aprile è un’occasione per onorare quanti hanno combattuto e lottano per la libertà e la democrazia, difendendo i valori fondamentali della dignità umana e della giustizia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri media

CITTÀ DI CASTELLO – Città di Castello celebra con un anno di anticipo l’Ottantesimo della Liberazione: il 22 luglio del 1944 le truppe britanniche costrinsero l’esercito nazifascista alla ritirata verso il Nord d’Italia. (LA NAZIONE)

Concetto Marchesi, il grande latinista, si rivolge con queste parole agli studenti di Padova. È il primo dicembre 1943: il rettore lascia l’ateneo e incoraggia i giovani … (La Repubblica)

Circa 200 ragazzi stanno partecipando al corteo per il 25 aprile che sfila su corso Vittorio Emanuele a Bari. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

25 aprile 1945, la cronistoria che portò al giorno della Liberazione, dallo sbarco degli alleati all'arrivo dei partigiani a Roma - VIDEO

Tanti gli appuntamenti previsti, fra cortei ed orazioni per ricordare la Liberazione e la lotta contro il nazi-fascismo. Un appuntamento, come spiega il presidente provinciale di Anpi Santino Marchiselli, che ha un significato ben preciso. (La Provincia Pavese)

La lotta contro la dittatura fascista di Benito Mussolini, protagonista del patto di alleanza con la Germania nazista, fu un momento nel quale la contrapposizione fra il Bene e il Male si manifestò in maniera inequivocabile: da un lato c’erano coloro che… (la Repubblica)

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate. (Il Giornale d'Italia)