25 aprile, il percorso di Meloni: parole sempre più nette. "La fine del regime aprì alla democrazia"

25 aprile, il percorso di Meloni: parole sempre più nette. La fine del regime aprì alla democrazia
QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– Agli eredi della tradizione post-fascista è sempre chiesto un chiarimento supplementare. Dopo la svolta di Fiuggi, dopo il fascismo come "male assoluto", dopo l’arrivo a Palazzo Chigi. "Ho un rapporto sereno con il fascismo", ha detto una volta Giorgia Meloni, nel 2006, a 29 anni, al Magazine del Corriere della Sera: "Lo considero un passaggio della nostra storia nazionale". Per Piero Gobetti fu decisamente qualcosa di più: "L’autobiografia della nazione". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Se ne è parlato anche su altri media

Un dovere, imposto dalla carica di presidente del Consiglio. Pochi minuti spesi, nessun coinvolgimento che non sia di pura forma istituzionale. (La Stampa)

Alcune di queste storie sono presenti su questo sito, tra queste la vicenda delle suore di Suore Maestre di Santa Dorotea di Vicenza e quella di don Pietro Pappagallo, trucidato alle Fosse Ardeatine. (Famiglia Cristiana)

Accuse e fantasmi non mancano mai, come il tentativo di tenere viva l'attualità e lo spettro dell'eterno ritorno della minaccia nera e dell'onda illiberale. Il 25 aprile è naturalmente l'occasione in cui l'evocazione del nemico si fa più violenta, tra messaggi polemici, disordini e slogan di piazza. (ilGiornale.it)

Mattarella non smussa: “Antifascismo doveroso”

Il suo messaggio è stato netto e chiaro ed è stato affidato anche ai social: "Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. (Liberoquotidiano.it)

Palazzo del Quirinale, 25/04/2024 (II mandato) Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Guido Crosetto, Ministro della difesa,Libero Lo Sardo, membro anziano della Giunta delle Associazioni d’Arma,e con Claudio Betti, Presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, nella ricorrenza del 79° anniversario della Liberazione (Quirinale)

L’uomo del Colle evoca i crimini dei nazifascisti contro le regole e i principi dell’umanità. Chiarisce che essere antifascisti è molto più che un’opzione, è un dovere, e per farlo cita Aldo Moro: “Senza memoria non c’è futuro, e intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare”. (Il Fatto Quotidiano)