Scuole Veneto, Zaia: Italia in arancione, scuole aperte primo fattore scatenante

Tecnica della Scuola INTERNO

“Io penso che la correlazione con le scuole ci sia fino in fondo,” ha continuato Zaia.

Se l’Italia si sta colorando di arancione e l’Rt continua a salire, secondo il Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, la colpa sarebbe in buona parte delle scuole aperte.

Lo ha dichiarato all’usuale conferenza stampa settimanale, per fare il punto dei contagi da Covd-19.

Noi, in Veneto, rispetto ai parametri nazionali, stabiliti ufficialmente dal Dpcm, non siamo ancora in zona arancione, ma abbiamo un Rt che è salito, per prima cosa alla luce della presenza delle scuole aperte. (Tecnica della Scuola)

Se ne è parlato anche su altri media

Dopo l’impennata dei contagi tra dicembre e gennaio che aveva portato i posti letto occupati dai pazienti Covid a 500 in tutta la provincia, con tutti i reparti disponibili impegnati, a febbraio la progressiva discesa. (Il Mattino di Padova)

Negli ospedali di comunità veronesi infine risultano ricoverati 11 pazienti positivi: 2 a Bovolone e 9 a Bussolengo. Scarica il report delle ore 8 del 1° marzo 2021. (Verona Sera)

«Non ho in animo di chiudere le scuole, ma voglio che la comunità scientifica si esprima con un testo da tradurre in un dpcm». Siamo distanti dai numeri chiesti dal Cts per chiudere le scuole, ma dobbiamo aspettare quei numeri per chiudere? (L'Arena)

- si è chiesto il dottore - noi siamo lontanissimi dai numeri che chiederebbero la chiusura delle scuole ma non possiamo pensare di arrivare a quei numeri per muoverci Decessi da inizio pandemia 9852, +5 nelle ultime 24 ore", sono i numeri del bollettino sul contagio in veneto illustrati dal presidente Luca Zaia (La voce di Rovigo)

Nella maggioranza dei casi (60 percento) i giovani positivi sperimentano infatti una sintomatologia lieve, mentre i restanti sono paucisintomatici (sintomatologia lievissima) Anche il bollettino “Aggiornamento nazionale 24 febbraio 2021 – ore 12:00” pubblicato venerdì 26 febbraio mette in evidenza la costante ascesa dei casi tra giovani e giovanissimi. (Scienze Fanpage)

Per la prima volta dall’inizio della pandemia, l’incidenza dei contagi da coronavirus accertati tra i giovani (sotto i 20 anni) ha superato quella tra gli adulti. L’Iss segnala che a gennaio/febbraio l’incidenza del virus in questa fascia della popolazione si è attestata mediamente intorno ai 150 casi ogni 100mila abitanti. (Il Fatto Quotidiano)