Attentato a Mosca, l'auto dei terroristi in fuga fotosegnalata dopo l'attacco (ma non fermata per oltre 500 km): ecco dove era diretta

ilmessaggero.it ESTERI

Le telecamere del traffico russe hanno registrato sei volte la Renault bianca dei terroristi in fuga dal Crocus City Hall dopo l'attentato ma nonostante l'eccesso di velocità l'auto è riuscita a proseguire la sua corsa fino a Bryansk, molto lontano da Mosca, prima di essere fermata dalle forze dell'ordine. L'auto non fermata, l'eccesso di velocità È un'anomalia riportata dal sito indipendente Istories. (ilmessaggero.it)

Su altre testate

L’abitudine dei piani alti del potere russo di mentire contro ogni evidenza è storicamente radicata che esiste una parola precisa (vranyo) per indicare quel certo tipo di bugia che nessuno oserà mai contraddire. (ilGiornale.it)

– La carneficina della Crocus Concert hall serve, purtroppo, anche a fare comprendere, per l’ennesima volta, come funzioni la macchina della disinformazione russa. Se fino a ieri si cercava ‘solo’ di dare la colpa agli ucraini, adesso il presidente Putin alza la posta e, sulla pelle di oltre 140 vittime, fra cui diversi bambini, cerca di allargare le responsabilità (tutte da provare, ed è difficile) dell’attentato, tirando in mezzo anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

È stato questo il primo tentativo dei russi, subito dopo la cattura dei quattro presunti autori della strage del Crocus City Hall, di addossare le responsabilità all’Ucraina. NEW YORK.«Gli attentatori volevano attraversare il confine tra Russia e Ucraina, dove hanno contatti importanti». (La Stampa)

Per sostenere la propria tesi, il Comitato investigativo russo ha affermato che dai risultati iniziali dell’inchiesta sono emerse “prove” del collegamento tra gli autori dell’attacco e “i nazionalisti ucraini“. (Il Fatto Quotidiano)

Nel messaggio il portavoce invita i soldati del Califfato a puntare a degli obiettivi negli Stati Uniti, in Europa e in Israele. Oltre all’attacco a Mosca della scorsa settimana, tesse le lodi di quello compiuto a Kerman, in Iran, il 3 gennaio, nell’anniversario della morte del comandante Qassem Soleimani, davanti alla tomba del generale. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Per sostenere la propria tesi, il Comitato investigativo russo ha affermato che dai risultati iniziali dell’inchiesta sono emerse “prove” del collegamento tra gli autori dell’attacco e “i nazionalisti ucraini“. (Il Fatto Quotidiano)