Juventus, il labiale di Chiesa contro Allegri: «Sono sempre il primo cambio»

Juventus, il labiale di Chiesa contro Allegri: «Sono sempre il primo cambio»
Corriere TV SPORT

Le telecamere di Dazn hanno colto un labiale di Federico Chiesa in cui il giocatore della Juventus e della Nazionale si sfoga dopo il cambio contro il Torino, avvenuto alla metà del secondo tempo del Derby della Mole. «Sono sempre il primo cambio» sembra dire Chiesa, in polemica con le scelte dell'allenatore bianconero Allegri. Si tratta della quarta sostituzione prima del 70esimo minuto per Chiesa, che ha lasciato il campo a testa bassa, scaraventando una bottiglietta d'acqua per frustrazione poco prima di sedersi in panchina. (Corriere TV)

Ne parlano anche altre testate

Torino-Juventus è terminata 0-0. Ne ha parlato il giornalista Luca Calamai nel corso del suo intervento in radio. (AreaNapoli.it)

Chiesa non ha gradito il cambio avvenuto nel derby, che ha salutato freddamente Allegri al momento della sua uscita dal campo, scaraventando una bottiglietta per terra. Secondo quanto ha reso noto Dazn il giocatore in panchina si sarebbe sfogato con i compagni dicendo: "Sono sempre il primo cambio!". (Torino Granata)

TMW Radio Calamai: "Chiesa, un labiale da 4. E su Pioli non sono più sicuro" (TUTTO mercato WEB)

Il ruolo e non solo: i dolori di Chiesa, nell'era di Allegri

Nel derby della Mole di sabato, intanto, in casa Juve si è visto il nervosismo. (Liberoquotidiano.it)

"Tutte le grandi poi hanno avuto dei problemi. La Juventus è in prima fila, non per il risultato. Credo abbia messo al centro la Coppa Italia per dare un senso a una stagione non da Juve. E segnalo quel labiale di Chiesa che è da 4, in cui lui si lamenta di essere sempre il primo cambio. (Tutto Juve)

L’attaccante della Juve è tra i pochi top player della rosa, l’allenatore glielo ha sempre riconosciuto ma non è mai riuscito a metterlo dalla sua parte. Il tema del ruolo è centrale: l’ipotesi tridente non è tra quelle prese in considerazione dal tecnico, il calciatore pare non voler accettare una collocazione diversa da quella di un attaccante esterno. (La Gazzetta dello Sport)