In migliaia a Milano contro i CPR – Progetto Melting Pot Europa

Melting Pot INTERNO

Il 6 Aprile 2024 circa 5.000 persone hanno marciato per le strade di Milano fino a qualche centinaio di metri dal CPR di via Corelli, dove le camionette della polizia hanno bloccato il passaggio. Alla testa del corteo lo striscione di apertura con la principale rivendicazione della mobilitazione: «No Cpr, no lager di Stato, né a Milano né altrove, né in Libia né in Albania». PH: Sofia Pari «È sempre una bella giornata quella in cui la città si ribella e si mobilita a questa vergogna che già da 4 anni macchia la città». (Melting Pot)

Su altri giornali

Centri che sono un inferno. La visita di “monitoraggio” è stata effettuata in 8 Cpr: Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Macomer (Nuoro), Milano, Roma, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Restinco (Brindisi), Caltanissetta. (il Fatto Nisseno)

Ha un disturbo psichiatrico pesante. Tra i dannati dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) c’è un uomo che mangia le sue feci e beve le sue urine. (il manifesto)

Questo è quanto emerge rispetto alle condizioni di vita delle persone “trattenute” negli otto Centri di permanenza per il rimpatrio italiani – ovvero, Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Milano, Roma, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Restinco (Brindisi), Caltanissetta e Macomer (Nuoro) – secondo il dossier realizzato dalle circa quaranta organizzazioni che fanno parte del Tavolo Asilo e Immigrazione. (Il Fatto Quotidiano)

«Luoghi di vera a propria “detenzione” in cui le persone sono “detenute” senza aver commesso alcun reato e con l’unico scopo – per lo più irrealizzabile, di fatto e di diritto, e irrealizzato – di essere rimpatriate, mentre non vedono garantiti i diritti previsti per i detenuti nelle carceri italiane». (Nigrizia.it)

Per questo, il Naga, associazione che difende i migranti e garantisce l'assistenza sanitaria anche ai clandestini, con un esposto alla magistratura chiede il s… (La Repubblica)

Fino a un anno e mezzo di detenzione senza avere commesso nessun reato, ma solo un’irregolarità amministrativa. Somministrazione massiccia e sistematica di psicofarmaci. Impossibilità di fatto per i “trattenuti” di far valere i propri diritti, dalla difesa alla salute. (Avvenire)