Proteste di massa a Hong Kong contro le leggi sulla sicurezza. Scontri e arresti

Il Sole 24 ORE ESTERI

Le opzioni includono sanzione per i funzionari cinesi, tariffe sui beni di Hong Kong e divieto di vendite di tecnologie sensibili alla città.

Naturalmente la Cina respinge le accuse di “ingerenza”, affermando che le nuove leggi non danneggeranno l'autonomia di Hong Kong o gli investitori stranieri.

Proteste di massa a Hong Kong contro le leggi sulla sicurezza.

I manifestanti sono scesi in piazza contro la legge sulla sicurezza nazionale in discussione al Congresso del popolo di Pechino (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altri giornali

Ieri 200 figure politiche da tutto il mondo, inclusi 17 membri del Congresso degli Stati Uniti, hanno firmato una dichiarazione congiunta nella quale la proposta di legge viene definita “un attacco all’autonomia della città, allo stato di diritto e alle libertà fondamentali”. (Il Riformista)

A partire da mezzogiorno, i dimostranti si sono raccolti nelle zone di Causeway Bay e di Wan Chai, bloccando diverse strade con barricate. Secondo la polizia alcuni negozi di Causeway Bay, che è zona di shopping, sarebbero stati oggetto di vandalismo, con le vetrine spaccate a mattonate. (Adnkronos)

La legge, ha aggiunto Lam, non è contraria alla Basic Law, la Legge Fondamentale con cui Pechino regola il suo rapporto con Hong Kong, e sarà in conformità con la Costituzione cinese. «Nessun Paese lascerebbe difettosa una materia importante come la sicurezza nazionale. (La Provincia Pavese)

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Lo ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi durante una conferenza stampa a margine dell'annuale sessione legislativa nazionale, citato dai media cinesi, a proposito della proposta di legge sulla sicurezza nazionale in discussione a Hong Kong. (Vatican News)

«La Cina abusa abitualmente della propria struttura di sicurezza nazionale come pretesto per prendere di mira gli attivisti dei diritti umani ed eliminare ogni forma di dissenso. Una legge «pericolosa» - La nuova legge è fortemente osteggiata dalla popolazione del territorio autonomo del sudest asiatico, che la vede come una grande minaccia nei confronti della propria autonomia. (Ticinonline)