Ferragni, prima stangata. A che punto sono i guai del pandoro

Nicola Porro INTERNO

La stella di Chiara Ferragni non brilla più. E presto potrebbero arrivare le prime beghe degne di nota. Il primo grattacapo è arrivato ieri, con la sentenza del tribunale di Torino che accoglie il ricorso presentato dal Codacons in merito al caso del pandoro Balocco. Il giudice ha accertato la pratica scorretta messa in atto dall’azienda sul caso del pandoro “Pink Christmas” griffato dall’influencer e l’ingannevolezza dei messaggi lanciati al pubblico sulla campagna benefica associata alla vendita del prodotto. (Nicola Porro)

Se ne è parlato anche su altri media

La prima sezione civile del Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni Codacons, Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, sulla campagna di beneficenza, a favore di un ospedale torinese, della industria dolciaria Balocco attuata attraverso la vendita del pandoro griffato dall'influencer Chiara Ferragni, ritenendola una «pratica commerciale scorretta». (corriereadriatico.it)

La prima sezione civile del Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni Codacons, Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, sulla campagna di beneficenza a favore di un ospedale torinese della industria dolciaria Balocco, attraverso la vendita del pandoro griffato dall'influencer milanese. (TGR Lombardia)

(Adnkronos) – ”Se la Balocco non accoglierà le nostre richieste di risarcire con un gesto spontaneo gli utenti ingannati dal caso del pandoro pink Christmas ed effettuare una donazione in favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino, proporremo appello incidentale per chiedere nuovamente una donazione di un milione e mezzo all’ospedale e contrastare il ricorso annunciato oggi dall’azienda”. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

La nota campagna di beneficenza per la vendita dei pandori Balocco griffati Ferragni - che ha portato lo scorso gennaio all’apertura di un’indagine della Procura di Milano - è stata ritenuta a tutti gli effetti una «pratica scorretta». (ilmessaggero.it)

E’ la conclusione alla quale è giunta la giudice della prima sezione del Tribunale civile di Torino, Gabriella Ratti, che ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni di consumatori Codacons, Adusbef e Utenti dei servizi radiotelevisivi. (CremonaOggi)

È la conclusione alla quale è giunta la giudice della prima sezione del Tribunale civile di Torino, Gabriella Ratti, che ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni di consumatori Codacons, Adusbef e Utenti dei servizi radiotelevisivi. (DiLei)