Francesco Acerbi, Juan Jesus e il razzismo: «Contro di me accanimento, è stato un malinteso»

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Francesco Acerbi è «triste e dispiaciuto». Anche se è stato assolto dall’accusa di razzismo, ritiene che quella della lite con il giocatore del Napoli Juan Jesus sia «una vicenda in cui abbiamo perso tutti». Il difensore centrale dell’Inter parla oggi in un’intervista con il Corriere della Sera. Nel colloquio con Monica Colombo e Paolo Tomaselli dice che ha deciso di parlare solo oggi perché aveva «fiducia nella giustizia e non volevo rischiare di alimentare un polverone che era già enorme». (Open)

La notizia riportata su altri giornali

“Il caso Acerbi? E’ chiaro che il tema razzismo è un tema sociale molto delicato. Ogni volta che si rilascia una dichiarazione bisogna pesare le parole, forse il presidente Gravina poteva evitare di commentare la sentenza. (CalcioNapoli24)

La giornalista e allenatrice Fortuna Autiero ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di AreaNapoli.it trattando diversi argomenti. Tra questi naturalmente anche il caso Acerbi-Juan Jesus: "La sentenza è una sconfitta non solo del calcio ma di tutti e in particolare di Acerbi, il primo a rimetterci sarà proprio lui. (AreaNapoli.it)

Zé Maria: "Non andai all'Hellas Verona perché non mi volevano per il colore della mia pelle" (TUTTO mercato WEB)

Il Napoli, l’Atalanta e la partita speciale di Ottavio Bianchi: il suo predecessore sulla panchina partenopea, Rino Marchesi, da calciatore vestì anche la casacca della Dea. Il viareggino giunse nel capoluogo campano dopo aver sfiorato la qualificazione in Coppa Uefa con gli orobici e da Bergamo portò Roberto Bordin. (Terzo Tempo Napoli)

Beppe Marotta e il legale del club Angelo Capellini, mentre il brasiliano ha voluto compiere questo percorso da solo, appoggiandosi solo al suo agente Roberto Calenda e senza ritenere necessaria l'assistenza di un avvocato del Napoli (Fcinternews.it)

Acerbi: "Finisce sempre in campo, altrimenti diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi, agli italiani, alle madri" «Ma questa non è lotta contro il razzismo, non c’è stato nessun razzismo in campo e io non sono una persona razzista: il mio idolo era George Weah e quando mi fu trovato il tumore ricevetti una telefonata a sorpresa da lui che ancora oggi mi emoziona». (Milan News)