“Stiamo attenti a non falsificare i valori del 25 Aprile”

“Stiamo attenti a non falsificare i valori del 25 Aprile”
La Stampa INTERNO

Gilberto Barbero, che fu il presidente provinciale del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), una quarantina d’anni fa iniziò ad Asti il suo discorso commemorativo del 25 Aprile 1945 con queste parole: «Gloria eterna ai Caduti per la libertà!». Tra quei Caduti c’erano tanti giovani partigiani di svariate colorazioni politiche, esponenti dell’esercito italiano e degli eserciti alleati, semplici… (La Stampa)

Su altri media

Ieri in tutta Italia è andato in scena il Coachella dei ProPalestina, dei movimenti transfemministi, dei movimenti per il clima, dei maranza in Duomo, di quelli che urlano al megafono l’augurio che qualcuna venga stuprata «come il 7 ottobre», degli intellettuali col monologo, di quelli con la campagna elettorale personale da portare avanti, di quelli che «bellissima piazza» quando dall’altro lato della strada urlavano «assassini». (La Stampa)

Nessun tricolore sventolava per le strade di Milano e, se c'erano, erano talmente poche da non notarsi nel mare di bandiere dello Stato mediorientale (ilGiornale.it)

Opera scritta, musicata e accompagnata dalla zelante propaganda dei gazzettieri e dei salonisti del libro. Il brillante risultato è stato ottenuto con un sistematico lavoro di demolizione del (fu) messaggio comune, con l’espulsione dell’avversario dal momento simbolico. (Liberoquotidiano.it)

Il finto 25 aprile

Ho partecipato alla commemorazione che si è tenuta a Formigine. Il mio intento era di rendere omaggio a quanti avevano contribuito, quasi ottant'anni fa, a riportare libertà e sovranità sul territorio italiano occupato dai tedeschi e a rischio di occupazione slava al confine orientale. (La Pressa)

Uno dei mali della contemporaneità, dell'epoca dei social network e delle idee che si contano sui like, è il rifiuto della complessità: in un mondo in cui la soglia d'attenzione non supera i cinque secondi, non c'è più alcuno spazio per il ragionamento; quello che conta è lo slogan. (Primocanale)

Dopo giorni di accuse alla destra di non dichiarasi antifascista sottolineando come il 25 aprile dovrebbe essere «la festa di tutti gli italiani», la giornata di ieri ha rappresentato al meglio il tentativo di una certa sinistra di farne una data di parte e divisiva. (ilGiornale.it)