Santanchè, la linea di Giorgia Meloni: passo indietro solo se va a processo

Corriere Roma INTERNO

È il rinvio a giudizio, se mai dovesse arrivare, la sottile linea rossa oltre la quale Daniela Santanchè potrebbe ritrovarsi senatrice semplice, con entrambi i piedi fuori dal governo. Per quanto doppiamente indagata, con le accuse di truffa ai danni dello Stato sui fondi Covid e di falso in bilancio, la ministra del Turismo resta al suo posto. Non farà alcun passo indietro, nonostante il coro delle opposizioni che invocano le dimissioni e rimproverano alla presidente del Consiglio di lavarsene le mani, «come Ponzio Pilato». (Corriere Roma)

Se ne è parlato anche su altri media

Montaggio e grafiche di Giorgio Vallati Qualche settimana fa Daniela Santanchè è stata raggiunta da due avvisi di conclusione indagini per truffa all’Inps e per falso in bilancio. La ministra però continua a sostenere la sua totale estraneità rispetto alla gestione di Visibilia e delle altre aziende coinvolte nelle inchieste. (Rai Storia)

Lei come ministro poi, è un casino”. … (Il Fatto Quotidiano)

“Non dobbiamo farla fallire, c... Anche se lei, come ministro poi, è un casino”. Così Massimo Garnero, fratello di Daniela Santanchè e capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia a Cuneo, parlava al telefono, il 2 novembre 2022, con Massimo Cipriani, membro del CdA di Visibilia. (Cuneodice.it)

L’Agenda sostenibile 2030 indica diversi concetti chiave. “Inclusione, longevità e allungamento delle aspettative di vita sono temi su cui lavoriamo da tanti anni. (Il Giornale d'Italia)

“Se dà i soldi a Santanchè gli rompono le scatole, perché potrebbero accusarlo di finanziamento illecito ai partiti” è la volta del compagno della Santanché Dimitri Kunz a un commercialista, mentre gli spiega che sta cercando il milione che serve per pagare i debiti entro il 30 settembre. (Il Fatto Quotidiano)

Ma non possono darli a Santanchè perché gli rompono le scatole, perché potrebbero accusarli di finanziamento» illecito ai partiti. «Serve un milione di euro per pagare i debiti entro il 30 novembre. (La Stampa)