“Non posso strappare”: Schlein si convince sul nome nel simbolo dopo la rivolta dei big. Ma la frattura nel Pd resta

“Non posso strappare”: Schlein si convince sul nome nel simbolo dopo la rivolta dei big. Ma la frattura nel Pd resta
la Repubblica INTERNO

ROMA — Il logo era pronto, già abbozzato dai grafici. Ma è rimasto nella cartellina di Igor Taruffi, il responsabile Organizzazione del Pd. Elly Schlein ha cambiato idea tra domenica sera e ieri mattina. Nel weekend si era convinta che piazzare il suo cognome nel logo elettorale delle Europee fosse il giusto compromesso tra le richieste della minoranza, che mal sopportava la sua corsa per Bruxell… (la Repubblica)

Ne parlano anche altri media

Di Cesare Zapperi Non ci sarà il suo nome nel simbolo. La segretaria del Pd Elly Schlein parla in diretta Instagram e spiega che quell’idea è rientrata. Ci sarà solo la scritta Pse (Partito socialista europeo). (Corriere della Sera)

Un brano piuttosto dirompente per l’epoca, interpretato da Antoine e Gian Pieretti, il cui testo sembra coincidere alla perfezione con l’attuale, tormentata vicenda di Elly Schlein, la segretaria movimentista del Partito democratico che proprio non riesce ad azzeccarne una. (Nicola Porro)

La proposta di collocare sul simbolo elettorale del Pd il nome della segretaria (guai a dire leader, è troppo berlusconiano e poco pop) è Altro che scelta divisiva, qui siamo alla rottamazione del presunto capo. (Secolo d'Italia)

Bonaccini: “Il governo non ha voluto il terzo mandato perché ha visto quanto mi davano i sondaggi se mi fossi ricandidato in Emilia-Romagna”

E se da un lato si lavora per capire quale possa essere la data migliore per le elezioni regionali (la più papabile al momento resta il 24 novembre), nei partiti si scaldano i motori per la campagna elettorale. (il Resto del Carlino)

Stefano Bonaccini punge cosí il centrodestra a Otto e mezzo, spiegando il perché della sua candidatura alle Europee, che porterà alle elezioni anticipate a novembre in Emilia Romagna. “Il governo non vuole il terzo mandato perché come noi hanno visto a quanto mi davano i sondaggi nel caso fossi stato ricandidato…”. (La Repubblica)