Le verità nascoste su Messina Denaro e l’architetto di Limbiate: il colloquio in Comune (come unico candidato) e i progetti milionari

IL GIORNO INTERNO

È in carcere. Accusato di associazione mafiosa per aver prestato l’identità a Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Oggi l’architetto Massimo Gentile, 51 anni, arrestato mercoledì, insieme con altri due fiancheggiatori, sarà interrogato dal gip di Palermo Alfredo Montalto. Gentile è difeso dall’avvocato Antonio Ingroia. L’ex magistrato che in passato è stato in prima linea nella lotta alla mafia a Palermo, ha accettato comunque l’incarico: "Se gli elementi di prova mi dovessero convincere che ci sono responsabilità da parte dell’architetto Massimo Gentile qualche problema me lo farei, ma dalle prime notizie che mi hanno fornito i familiari con cui ho parlato, lui è in grado di spiegare la sua posizione". (IL GIORNO)

Su altri media

"Massimo Gentile ha tenuto a farmi sapere indirettamente che quando hanno arrestato Matteo Messina Denaro ha espresso soddisfazione": a Fanpage.it parla l'avvocato, ex magistrato antimafia, Antonio Ingroia (Fanpage.it)

Dopo Andrea Bonafede, il medico Alfonso Tumbarello, “l’autista” Giovanni Luppino e i suoi figli Vincenzo e Antonio, Laura Bonafede e la figlia Martina Gentile, Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri, la sorella Rosalia Messina Denaro e gli ultimi tre arresti, ovvero quelli dell’architetto Massimo Gentile (marito di Laura Bonafede), del tecnico radiologo dell’ospedale “Abele Ajello” Cosimo Leone e del bracciante agricolo Leonardo Gulotta, ci sono altri nomi, complici del boss castelvetranese arrestato il 16 gennaio 2023. (Itaca Notizie)

PALERMO – Si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto in videoconferenza, Massimo Gentile, l’architetto che ha prestato l’identità al boss Matteo Messina Denaro e per conto suo ha comprato una moto, arrestato due giorni fa per associazione mafiosa (Livesicilia.it)

/03/2024 13:15:00 Massimo Gentile, l'architetto che ha prestato l'identità al boss Matteo Messina Denaro, fa scena muta. Davanti al Gip e si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto in videoconferenza. (Tp24)

Monza – «Dopo due notti insonni, mangiando poco, al freddo, non era lucido per parlare con il giudice, anche perché lui non ha mai avuto problemi con la giustizia ed è stato arrestato alle 3 di mattina lasciando i tre figlioletti di 3, 8 e 11 anni". (IL GIORNO)

Il fantasma di Castelvetrano sarebbe stato presente, invece, sul territorio. Si spostava con le auto intestate a insospettabili, si affidava ai suoi fedelissimi nel territorio, e faceva da paciere. Cosa nostra colpita più volte in pochi mesi da diverse operazioni antimafia. (Tp24)