Crisanti: “Farei il vaccino anche a 5-11enni dopo l'alta circolazione Omicron" - Notizie Scuola

Tecnica della Scuola INTERNO

E spiega ad Adnkronos salute: “Vogliamo parlare del vaccino under 5?

Non possiamo svegliarci al mattino e dire: facciamo il vaccino agli under 5.

Questi bambini si sono molti infettati dopo la variante Omicron

“Io propongo un’indagine nazionale e dico di più: la farei anche sui 5-11enni ora, alla luce dell’elevata circolazione che sta avendo la variante Omicron nel Paese.

Ormai con la variante Omicron di Sars-CoV-2 i bambini si sono infettati tutti o comunque moltissimi di loro. (Tecnica della Scuola)

Se ne è parlato anche su altri giornali

"Sappiamo che due dosi non sono abbastanza - ha detto la fonte – ma l'idea è di iniziare l'analisi dei dati sull'uso di due dosi, aspettando i risultati dei test sulla terza dose, in arrivo probabilmente per la fine di marzo" In caso di approvazione, si tratterebbe del primo vaccino negli Stati Uniti per questa fascia di età. (L'Unione Sarda.it)

La serie primaria di Pfizer viene somministrata a tre settimane di distanza tra prima e seconda dose. Quella dai 6 mesi ai 5 anni è la fascia di età ancora non protetta dalla vaccinazione contro la malattia. (La Repubblica)

"Io propongo un'indagine nazionale e dico di più: la farei anche sui 5-11enni ora, alla luce dell'elevata circolazione che sta avendo la variante Omicron nel Paese Ormai con la variante Omicron di Sars-CoV-2 i bambini si sono infettati tutti o comunque moltissimi di loro. (Adnkronos)

Se l’Fda darà l’approvazione in America per l’uso, poi ci saranno delle autorizzazioni formali che porteranno alla vaccinazione dei bambini americani. La pandemia è già stata data per morta più volte: i bambini vanno protetti, non abbassiamo la guardia”. (L'HuffPost)

Se il via libera verrà dato, la prime dosi potrebbero essere disponibili entro la fine di febbraio. Le due dosi di vaccino non sono dannose e offrono un certo livello di protezione, e quindi sarebbe comunque utile iniziarle (La Repubblica)

I militari, assieme ai colleghi forestali e del Nucleo dell’Ispettorato del lavoro e con il coordinamento della Procura di Vibo Valentia, hanno effettuato un controllo accertando che i reflui di lavorazione venivano immessi direttamente nella rete fognaria attraverso una grata di scolo, constatando anche la presenza di un allaccio alla rete idrica che consentiva di bypassare il contatore. (Corriere di Lamezia)