O sarà boom del petrolio o crollo dell’oro, vediamo perché

InvestireOggi.it ECONOMIA

Potremmo assistere a uno scenario intermedio, ossia a una risalita parziale del greggio e a uno sgonfiamento anch’esso parziale dell’oro.

Le quotazioni del Brent sono crollate del 35% da inizio anno, mentre quelle dell’oro si sono impennate del 19%.

A inizio 2020, per acquistare un’oncia di oro servivano meno di 23 barili di Brent, mentre ai prezzi di oggi ne occorrono più di 42.

Storicamente, i prezzi di queste due “commodities” sono positivamente correlati, vale a dire che viaggiano nella medesima direzione, per quanto non vi sia un’influenza diretta verificabile. (InvestireOggi.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Banche Usa: record di accantonamenti. Nel dettaglio, si aspetta che la domanda mondiale di petrolio cresca di 7 milioni di barili al giorno l’anno prossimo, mitigando così il crollo di 8,9 milioni accusato nel 2020. (FocusRisparmio)

Nel momento in cui l’accordo OPEC+ è stato reso noto il prezzo del petrolio ha imboccato la via del ribasso. La domanda è crollata e il prezzo del petrolio WTI è persino sceso sotto la parità per la prima volta nella storia. (Money.it)

Nel mese di agosto, afferma il ministro saudita, le esportazioni di petrolio del Regno rimarranno in linea con quelle di luglio, poiché i 500000 barili giornalieri in più che la nazione produrrà nel mese in oggetto saranno utilizzati entro i confini nazionali. (Commodities Trading)

I principali indici europei. Il FTSE MIB di Piazza Affari ha chiuso la sua seduta a 20.281 punti, in aumento del +2,02%. Il livello attuale non si osservava infatti dai primi giorni di Marzo, quando la pandemia di Coronavirus aveva piegato la moneta unica. (FX Empire Italy)

Il gruppo degli esportatori di petrolio formato dai produttori Opec, guidati dall'Arabia Saudita, e dai membri esterni non allineati, con la Russia in prima linea, noto come, ha raggiunto unequivalenti al giorno, a partire da agosto. (Teleborsa)

La riduzione dei tagli è «pienamente in linea con l’attuale tendenza del mercato», gli ha fatto eco Novak, precisando che «quasi tutto l’aumento dell’output sarà consumato dai Paesi produttori sul mercato domestico, mentre la domanda risale». (Il Sole 24 ORE)