Tour of the Alps, 2ª tappa: De Marchi vince alla sua maniera! Foss resta leader

Bicisport SPORT

Pur con qualche spavento per una discesa molto tecnica, Alessandro De Marchi trionfa nella seconda tappa del Tour of the Alps 2024! Il “Rosso di Buja”, in fuga fin dai primissimi chilometri di giornata, è stato il più forte tra gli attaccanti (erano in sei), facendo la differenza e arrivando tutto solo al traguardo di Stans. Seconda posizione per Patrick Gamper della Bora-hansgrohe a 1’18” che nel finale supera lo svizzero Simon Pellaud della Tudor Pro Cycling. (Bicisport)

Su altri giornali

Alessandro De Marchi si è inventato un giorno-capolavoro, e lo ha fatto nella seconda tappa del Tour of the Alps, quella partita dall’antica Salorno, al confine tra Alto Adige e Trentino, e arrivata in Austria, con la neve sulle vette tutto attorno a Stans (La Gazzetta dello Sport)

Anche la tappa. Lunga, un pò estenuante per un tracciato tutto mangia e bevi come si dice in gergo. (InBici)

Alessandro De Marchi «Io, Alessandro De Marchi, a quasi 38 anni rappresento un ciclismo che non c’è più, un ciclismo di resistenza e credo anche un ciclismo educato. Molti colleghi sono aggressivi nei comportamenti, io vorrei vedere quell’aggressività anche quando, come ho fatto qui, devi fare dieci scatti per lanciare una fuga che durerà delle ore e non sei per nulla sicuro che andrà a buon fine». (Corriere della Sera)

Tutto invariato invece in classifica generale, con Tobias Foss ancora leader: la graduatoria a punti invece sorride proprio al 'Rosso di Buja', che torna alla vittoria dopo 3 anni di attesa e la beffa cocente della tappa di Napoli del Giro d'Italia 2023. (Quotidiano Sportivo)

Proprio per questo motivo è stato inusuale vedere che nessuna Professional italiana è riuscita ad inserirsi nella fuga di tappa, nel giorno in cui un re degli attacchi da lontano come Alessandro De Marchi è riuscito ad arrivare fino in fondo. (TUTTOBICIWEB.it)

Poi prosegue per un po’ senza pedalare e si ferma dal suo staff che lo aspetta: resta in silenzio. Non c’è stata un’esultanza scenografica e nemmeno un urlo liberatorio. (Bicisport)