Benessere equo e sostenibile: chi più studia è meno esposto al disagio economico, male il confronto con l’Europa

Servizio Informazione Religiosa INTERNO

Segnali positivi dal Rapporto dell’Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes), ma se si entra nel dettaglio dei singoli indicatori emergono lacune anche gravi e disuguaglianze pesanti tra i territori e in rapporto all’Europa. Rispetto al 2022, poco più della metà degli indicatori per cui è possibile un confronto registra un miglioramento, il 17,8% risulta stabile e il 28,7% mostra il segno negativo. (Servizio Informazione Religiosa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie Istat: migliora benessere italiani ma peggiorano indici clima e ambiente (TV2000)

Il sistema ha anche, e da tempo, una carenza di personale infermieristico, con una dotazione pari a 6,8 per mille abitanti nel 2022. Nel 2023 inoltre si registra un peggioramento dell'indicatore sulla fiducia nel personale sanitario negli ultimi 3 anni: il 20,1% dei cittadini ha assegnato un voto da 0 a 5 ai medici e il 21,3% all'altro personale sanitario; le percentuali sono massime nel Mezzogiorno (rispettivamente 24,2% 26,6%). (Tiscali Notizie)

Ancora una volta l’Istat ci conferma che il Reddito di cittadinanza ha evitato il deflagrare della povertà assoluta in Italia e che il venir meno ora del sussidio, per volontà delle destre al governo, rischia di portare nuovamente verso l’alto l’asticella delle famiglie e delle persone vulnerabili. (LA NOTIZIA)

La percentuale di persone che valutano tra 8 e 10 la loro soddisfazione per la vita nel complesso raggiunge nell`ultimo anno il valore più alto di sempre (46,6%), in crescita di oltre 3 punti rispetto al 2019 (43,2%)”. (Il Diario del Lavoro)

Lo si legge nell’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat, presentato oggi. (Esperia Tv)

🔊 Ascolta articolo L’Istat segnala un aumento dell’incidenza della povertà assoluta in Italia dal 2019 al 2023, nonostante un incremento del reddito medio delle famiglie nel 2021. Nel 2019, grazie all’introduzione del Reddito di cittadinanza, l’incidenza era scesa al 7,6%, ma è tornata a crescere nel 2020 (9,1%) e nel 2022 (9,7%) a causa dell’accelerazione dell’inflazione. (LiberoReporter)