La vendita di Poste non conviene: ci perdiamo cento milioni (di A. Pira)

L'HuffPost ECONOMIA

Di certo c’è un ammanco previsto di circa 100 milioni. A tanto ammonta la differenza, immediata, tra mancati dividendi incassati e minori interessi passivi per l’effetto sul debito della prossima cessione di una nuova quota di Poste. Trade off negativo, l’ha chiamato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione parlamentare sulla dismissione. Questo lo stato alle attuali condizioni di mercato. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri media

1. Passaggio alla Consegna dei Pacchi: Nel settore PCL, Poste Italiane si concentrerà sulla consegna dei pacchi e sul graduale rilascio della corrispondenza. Il piano prevede importanti obiettivi di crescita e trasformazione. (Termoli Online)

“Le parole del ministro Giorgetti attestano, oltre ogni ragionevole dubbio, lo stato di confusione in cui versa il governo riguardo la svendita di Poste Italiane”. A dirlo è il segretario nazionale Slc Cgil Nicola Di Ceglie, commentando quanto reso noto dal titolare del dicastero dell'Economia durante l'audizione di mercoledì 27 marzo alla Camera. (Collettiva.it)

Oggi il Tesoro detiene quasi il 65% della società, fra partecipazione diretta (29,3%) e indiretta, tramite la controllata Cassa Depositi e Prestiti (35%). Lo Stato potrà mantenere per un periodo il 51% del capitale di Poste Italiane e, anche quando scenderà fino al 35%, conserverà il controllo del gruppo. (Corriere della Sera)

La privatizzazione, con una variazione dell’assetto azionario di Poste Italiane «non cambia» il ruolo di Poste né la strada tracciata con il nuovo piano strategico al 2028, ha sostenuto l’ad di Poste Italiane, Del Fante, escludendo ricadute sull’azienda Vale 4,4 miliardi la quota del capitale azionario di Poste Italiane detenute dal Mef (29,7%), risorse che – qualora si decidesse di collocare l’intero pacchetto sul mercato – sarebbero destinate alla riduzione del debito pubblico italiano, insieme a quelle attese dal piano di dismissione degli asset detenuti dallo Stato, annunciato nella Nadef, che nell’arco di un triennio (2024-2026) dovrebbe assicurare un introito di circa 20 miliardi (un punto di Pil) da destinare all’abbattimento del rapporto debito/Pil, portandolo al di sotto del 140%. (Quotidiano del Sud)

Laddove si procedesse alla cessione dell'intera partecipazione direttamente detenuta dal Mef, ferme rimanendo le valutazioni che potranno essere effettuate in merito al mantenimento della partecipazione pubblica maggioritaria nel capitale, il controvalore desunto sulla base dei più recenti dati di mercato disponibili potrebbe ammontare a circa 4,4 miliardi". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ai privati andranno quindi soltanto le quote di minoranza. A dirlo è il ministro di Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti nella sua audizione alla Camera. (Economy Magazine)