Troppi accessi impropri al Pronto Soccorso: lo studio con i dati locali

l'Adige SALUTE

TRENTO. In Trentino l'accesso al Pronto soccorso è superiore alla media nazionale (oltre 30 accessi ogni 100 abitanti mentre la media è di poco inferiore a 30), ma se guardiamo gli accessi inappropriati c'è chi fa peggio di noi. Secondo il grafico diffuso da Agenas siamo sotto i 5 ogni 100 abitanti, rispetto a Bolzano il cui numero è tre volte più alto. I dati emergono da un report che contiene i numeri degli accesso in Pronto Soccorso e gli effetti del potenziamento dell'Assistenza Territoriale per una migliore presa in carico dei pazienti. (l'Adige)

Ne parlano anche altre testate

Migliorare gli accessi al pronto soccorso ed implementare il Dm77 per una migliore presa in carico dei pazienti: è quanto emerso da una tavola rotonda che si è tenuta a Roma nella sede dell'Agenas, alla quale ha partecipato il presidente nazionale del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), Angelo Testa. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

La Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità (FIALS) Area Metropolitana di Milano, sulla base dei recenti dati forniti da Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), evidenzia un urgente bisogno di riforma nei pronto soccorso milanesi. (AssoCareNews.it)

Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ha comunicato i dati relativi agli accessi ai Pronto Soccorso. Di questi quasi 4 milioni, il 22%, sono accessi impropri. (L'Adige di Verona)

A pubblicare i nuovi dati sulla salute dei Ps italiani è l’Agenas che, nello studio presentato oggi, rileva pure come 3,5 milioni di cittadini (il 5,8% della popolazione) impieghino oltre 30 minuti a raggiungere il posto di emergenza più vicino. (Borderline24.com)

Non servivano, forse, i numeri a confermare le tante preoccupazioni che medici e infermieri nutrono da anni sul Servizio sanitario nazionale. Ma nelle scorse settimane, passando più o meno inosservati, ne sono arrivati molti, e tutti insieme. (Avvenire)

Che si poteva magari risolvere rivolgendosi al dottore di famiglia, oppure a quello della continuità assistenziale, la guardia medica per intendersi. Sono tanti i pazienti che vengono catalogati come ’codici bianchi’ dopo la visita al pronto soccorso (LA NAZIONE)