Caso Salis, Gabriele Marchesi torna libero: no all'estradizione in Ungheria

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Torna libero Gabriele Marchesi, coindagato di Ilaria Salis ai domiciliari da fine novembre: la Corte d'Appello di Milano ha stabilito che non verrà consegnato all'Ungheria. Il 23enne era accusato di aver aggredito tre persone nel corso di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023. La decisione dei giudici Monica Fagnoni, Stefano Caramellino e Cristina Ravera è arrivata a poche ore dalla decisione di Budapest di negare i domiciliari alla Salis, costretta a tornare dietro le sbarre. (ilGiornale.it)

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Ennesima prova di foza con Orban". La ministra degli Esteri russa attacca Macron: "I napoleoncini che minacciano di inviare truppe in Oriente ricordino la caduta di Parigi". (Repubblica TV)

"Oggi non ho ricevuto nessuna chiamata dalle istituzioni italiane. "A questo punto dovrò fare una chiamata al Quirinale per cercare di avere una mano dal presidente della Repubblica" Lo ha detto Roberto Salis, intervistato a Piazza pulita su La7. (Gazzetta di Parma)

Una foto, in una cornice, piazzata da David Parenzo proprio al centro del tavolo intorno al quale sono seduti gli ospiti di L'aria che tira, su La7. (Liberoquotidiano.it)

Questo ha deciso il giudice di Budapest nell'udienza che si è tenuta questa mattina, sostenendo il persistente rischio di fuga per l'insegnante 39enne. Ilaria Salis non ha ottenuto gli arresti domiciliari. (ilGiornale.it)

La donna, detenuta in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti, è arrivata stamani in Aula al Tribunale di Budapest per un’udienza, ancora in manette e catene, come era avvenuto a gennaio. (Quotidiano del Sud)

Senatrice, di nuovo le catene, di nuovo il guinzaglio. Nonostante il polverone sollevato dalla prima udienza, in Italia e in Europa. È soltanto il modo di trattare i detenuti in Ungheria o quello che sta accadendo a Salis ha un significato particolare? Significa che in 13 mesi il governo italiano non ha fatto nulla di concreto per sottrarla a condizioni inumane e degradanti. (Il Manifesto)