Hong Kong, proteste contro legge sulla sicurezza: lacrimogeni e 150 arresti

Il Riformista ESTERI

Il provvedimento incaricherebbe inoltre il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale di prevenire, arrestare e sanzionare qualsiasi attività sovversiva all’interno della regione speciale

Ma per Pechino Hong Kong è una “questione interna della Cina” e nessuna interferenza “è tollerabile”.

Ieri 200 figure politiche da tutto il mondo, inclusi 17 membri del Congresso degli Stati Uniti, hanno firmato una dichiarazione congiunta nella quale la proposta di legge viene definita “un attacco all’autonomia della città, allo stato di diritto e alle libertà fondamentali”. (Il Riformista)

La notizia riportata su altri media

La legge, ha aggiunto Lam, andrà a colpire un numero ristretto di persone che la infrangono, e proteggerà la stragrande maggioranza di cittadini. La legge, ha aggiunto Lam, non è contraria alla Basic Law, la Legge Fondamentale con cui Pechino regola il suo rapporto con Hong Kong, e sarà in conformità con la Costituzione cinese. (La Provincia Pavese)

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Con questa pericolosa proposta di legge il messaggio è più chiaro che mai: la Cina è ansiosa di fare lo stesso a Hong Kong, il più presto possibile». «La Cina abusa abitualmente della propria struttura di sicurezza nazionale come pretesto per prendere di mira gli attivisti dei diritti umani ed eliminare ogni forma di dissenso. (Ticinonline)

La legge sulle sicurezza nazionale è in discussione al Congresso del popolo di Pechino ed è accusata di infliggere un colpo letale all’autonomia dell’ex colonia. Secondo la polizia alcuni negozi di Causeway Bay, che è zona di shopping, sarebbero stati oggetto di vandalismo, con le vetrine spaccate a mattonate. (L'HuffPost)

Le opzioni includono sanzione per i funzionari cinesi, tariffe sui beni di Hong Kong e divieto di vendite di tecnologie sensibili alla città. Naturalmente la Cina respinge le accuse di “ingerenza”, affermando che le nuove leggi non danneggeranno l'autonomia di Hong Kong o gli investitori stranieri. (Il Sole 24 ORE)

Lo ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi durante una conferenza stampa a margine dell'annuale sessione legislativa nazionale, citato dai media cinesi, a proposito della proposta di legge sulla sicurezza nazionale in discussione a Hong Kong. (Vatican News)