Rinnovabili, la feccia del vino usata per il fotovoltaico

Yeslife ECONOMIA

Nello specifico, nel 2019 sono stati aggiunti 750 MW solari, un valore quasi doppio rispetto al 2018, per un totale di oltre 58mila nuove installazioni.

L’incremento porta la capacità fotovoltaica italiana a quota 20.865 MW, per un numero di impianti totali superiore agli 880mila.

Quando si dice che del vino non si butta via nulla significa che si può produrre energia termica anche dagli scarti di lavorazione di questo prezioso prodotto. (Yeslife)

Su altri giornali

L’impianto da 19.200 kWp (kilowatt picco) permetterà un risparmio del 20% del fabbisogno energetico degli uffici comunali di Via Martiri di Via Fani e sarà ammortizzato in meno di 8 anni. (MolfettaLive)

Lo studio italiano va proprio in questa direzione. I dispositivi fotovoltaici basati sui concentratori solari a luminescenza rappresentano, in questo quadro, un complemento insostituibile per gli impianti convenzionali", conclude. (La Repubblica)

Tali lastre sono montate in normali telai da finestra dove sottili ed invisibili celle fotovoltaiche provvedono a convertire la radiazione luminosa concentrata in energia elettrica. “Il vantaggio principale di questa innovazione consiste nell’utilizzo di molecole che richiedono una sintesi semplice e rapida, priva di solventi di processo e pertanto ‘green’. (Vvox)

Fino ad oggi i pannelli fotovoltaici utilizzati per queste applicazioni sono opachi e scuri, o semi-trasparenti, invece in questo caso le lastre sono trasparenti, con chiari benefici sia estetici che funzionali. (Infobuild energia)

I dispositivi fotovoltaici basati sui concentratori solari a luminescenza rappresentano, in questo quadro, un complemento insostituibile per gli impianti convenzionali”. Fotovoltaico integrato negli edifici: la novità ideata da ricercatori dell’Istituto di struttura della materia del Consiglio nazionale delle ricerche, dell’Università di Milano Bicocca e dell’azienda Glass to Power. (Corriere Nazionale)

Punto di forza degli ossidi conduttivi - aggiunge - è la maggiore trasparenza che consente di ‘catturare’ più luce e di massimizzare i parametri di conversione fotovoltaica della cella ad eterogiunzione”. (Lignius.it)