Borse, la Cina vede l’Orso: guadagni azzerati dopo il rally (Il Sole24Ore)

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Secondo quanto riportato da Vito Lops per Il Sole24Ore, nei primi mesi del 2023 la Cina avrebbe visto i listini prima salire e poi scendere di una quota - il 20% - che ha finito con l'azzerare i guadagni. La soglia, spiega il giornalista, è prossima a quella del "mercato Orso", ovvero quella che rileva un ribasso superiore a venti punti percentuali. Per un mercato, quello dell'azionario cinese, che a inizio anno sembrava a tutti l'opportunità del 2023. (SoldiOnline.it)

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La delusione dei piccoli investitori per la lenta ripresa della Cina La tanto pronosticata ripresa del mercato azionario in Cina stenta a materializzarsi e la fiducia dei piccoli investitori locali sta venendo meno. (Borse.it)

Lo yuan offshore è sceso dello 0,4% a 7,1160 rispetto al dollaro, indicando una debolezza del sentimento estero nei confronti della valuta cinese. Anche lo yuan ha perso quasi il 3% a maggio, diventando la valuta asiatica con la peggiore performance del mese. (Periodico Daily)

In particolare, l'attività manifatturiera è peggiorata significativamente a maggio, con l'indice PMI che ha raggiunto il minimo degli ultimi 5 mesi. In un contesto economico estremamente complesso come quello attuale delle borse occidentali, alcuni esperti ritenevano che la Cina potesse essere un Paese interessante in cui investire, capace di contribuire al riequilibrio economico globale. (Money.it)

Lo yuan cinese ha toccato il minimo di sei mesi e i mercati azionari asiatici hanno vacillato verso un secondo mese di perdite, con i deboli dati sull'attività delle fabbriche che hanno offerto l'ultima prova della difficoltà di ripresa nella seconda economia più grande del mondo. (Money.it)

I dati dipingono una perdita di slancio, condita dal crescente rischio di deflazione, il mostro opposto (e per certi versi peggiore) di quell’inflazione “appiccicosa” che stanno fronteggiando Stati Uniti ed Eurozona (Il Sole 24 ORE)

I dati macroeconomici cinesi di quest’anno sono stati però complessivamente deludenti, soprattutto se si considera che il primo trimestre del 2023 avrebbe dovuto realizzare la forte domanda repressa a causa delle chiusure del 2022. (Bluerating.com)