Poste, ecco come sarà la privatizzazione: la quota vale 4,4 miliardi, lo Stato si fermerà al 51%

Corriere della Sera ECONOMIA

In merito all’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal ministero dell’Economia e delle finanze nel capitale di Poste italiane, il ministro Giancarlo Giorgetti, parlando in audizione alle Commissioni riunite Bilancio e trasporti della Camera e Programmazione economica, finanze e ambiente del Senato ha detto che «l’operazione di dismissione rappresentata nel dpcm attualmente all'esame del Parlamento deve essere considerata una cornice che individua un valore minimo della partecipazione dello Stato, che potrà essere raggiunto progressivamente e in più fasi, in modo da salvaguardare il controllo strategico pubblico su questo asset». (Corriere della Sera)

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A dirlo è il ministro di Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti nella sua audizione alla Camera. Nelle privatizzazione il Mef non cederà mai il controllo. (Economy Magazine)

“Il piano dell'esecutivo – spiega il dirigente sindacale – di dismettere l'intera quota azionaria di Poste oggi in suo possesso, confermata dal ministro Giorgetti, è una decisione scellerata che non risponde neanche agli obiettivi enunciati, di fronte alla quale proseguiremo ogni azione di contrasto utile a fermare un progetto insensato”. (Collettiva.it)

Laddove si procedesse alla cessione dell'intera partecipazione direttamente detenuta dal Mef, ferme rimanendo le valutazioni che potranno essere effettuate in merito al mantenimento della partecipazione pubblica maggioritaria nel capitale, il controvalore desunto sulla base dei più recenti dati di mercato disponibili potrebbe ammontare a circa 4,4 miliardi". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Oggi il Tesoro detiene quasi il 65% della società, fra partecipazione diretta (29,3%) e indiretta, tramite la controllata Cassa Depositi e Prestiti (35%). Le rassicurazioni arrivano dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, audito in Parlamento sul decreto per la ulteriore privatizzazione di Poste. (Corriere della Sera)

Minuti per la lettura La privatizzazione, con una variazione dell’assetto azionario di Poste Italiane «non cambia» il ruolo di Poste né la strada tracciata con il nuovo piano strategico al 2028, ha sostenuto l’ad di Poste Italiane, Del Fante, escludendo ricadute sull’azienda (Quotidiano del Sud)

TERMOLI. In occasione della visita presso il Centro Logistico di Termoli il Segretario della CISL Antonio D’Alessandro ha parlato del Piano Industriale 2024-2028 presentato da Poste Italiane Spa il 20 marzo. (Termoli Online)