La condanna del lavoro povero: più a rischio le donne e le regioni del Sud

Avvenire INTERNO

Il lavoro povero in Italia tende a essere una condizione «persistente». Un tunnel in cui, una volta che ci si è scivolati dentro, diventa un’impresa ardua uscirne fuori e tornare a rivedere la luce. Un’emergenza che colpisce in particolare le donne e, a livello geografico, alcune aree del Centro e, soprattutto, le Regioni del Mezzogiorno. A scattare una fotografia nitida su quanto siano diffusi i cosiddetti working poor, i lavoratori poveri appunto, è una ricerca a cura dell’Iref (Istituto di ricerche educative e formative), grazie ai dati forniti dai Caf Acli. (Avvenire)

Ne parlano anche altri media

Cresce il lavoro povero o a rischio povertà (quasi 1 donna su 2 sotto i 35 anni) e in trent’anni i salari sono scesi, unico caso in Europa, con un’ulteriore riduzione del 7% dopo la pandemia. Siamo in un circolo vizioso dove l’impoverirsi del lavoro alimenta e subisce a sua volta l’impoverimento dell’economia, del welfare e il declino demografico, con un calo previsto, in 6 anni, di 1 milione di persone in età da lavoro. (Vita)

Al netto della situazione di Stellantis e del suo indotto, prima di questo aprile terribile fra cassa integrazione e stop alla produzione, i dati di Unioncamere e ministero del Lavoro dicevano che in Piemonte le assunzioni erano tornate a salire e che ben il 31% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato. (Torino Cronaca)

I problemi atavici del nostro mercato del lavoro non si risolvono con un bonus di 100 euro una tantum annunciato alla vigilia del 1° maggio. (LA NOTIZIA)

Ieri Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, in Italia e andato tutto come da copione, salvo contrattempi non rilevanti, messi in conto tra le varie e eventuali. Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Nella Giornata dedicata ai lavoratori le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), al fianco di CGIL, CISL e UIL, invocano la pace pensando soprattutto alle vittime sempre più numerose a causa dei conflitti in corso. (ondanews)

Sul piano nazionale, gli indicatori del trimestre dicembre 2023 – febbraio 2024 hanno fatto registrare un +0,3% rispetto al precedente periodo settembre – ottobre 2023, ma al sud la situazione non cambia, l’emergenza resta. (Corriere Salentino)