Lavoro povero e democrazia in crisi: riflessioni sulla festa dei lavoratori

Il 1° maggio, giorno dedicato ai lavoratori, le Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), insieme a CGIL, CISL e UIL, hanno espresso la loro preoccupazione per l'attuale stato del lavoro in Italia. Queste organizzazioni sostengono che se il lavoro è povero, anche la democrazia si impoverisce.

Crescita del lavoro e spesa pubblica

Nonostante una crescita positiva dei posti di lavoro rispetto al 2019, con un incremento di 700.000 posti, la situazione non è rosea. Questa crescita appare modesta se si considera l'aumento della spesa pubblica per rilanciare l'economia e l'occupazione. Nel solo 2023, la spesa pubblica senza interessi è stata maggiore di circa 157 miliardi, equivalente al costo di oltre 4 milioni di stipendi medi a tempo pieno.

Lavoro precario e contratti ingannevoli

Per molte persone, il lavoro è un diritto a tempo determinato, sempre più spesso anche nel settore pubblico. Se si escludono i "contratti bugiardi", che considerano occupato nell'anno anche chi lavora per 600 euro al mese, c'è ben poco da festeggiare nel giorno della Festa del Lavoro. Questi contratti, molto diffusi al sud, prevedono ad esempio una commessa inquadrata part-time per lavoro di facchinaggio, che però lavora full-time.

Situazione al sud e prospettive future

Al sud la situazione non cambia, l'emergenza resta. Gli indicatori del trimestre dicembre 2023 – febbraio 2024 hanno fatto registrare un +0,3% rispetto al precedente periodo settembre – ottobre 2023. Tuttavia, è necessario riflettere sul presente, fare un bilancio sul passato e ipotizzare nuove prospettive per il futuro. Come affrontare le problematiche nel cuore del mercato del lavoro, dalla precarietà alla contrattazione collettiva? Cosa possiamo cambiare per garantire un futuro più roseo e meno incerto alla vasta platea di giovani inattivi?

Intervista a Tito Boeri

In un'intervista rilasciata in occasione della Festa dei lavoratori, l'economista Tito Boeri, direttore del nuovo mensile di economia Eco, ha espresso le sue perplessità sul Decreto Primo maggio, definendolo una serie di "interventi spot o già previsti". Secondo Boeri, la priorità dovrebbe essere far crescere i salari. Le sue parole invitano a una riflessione profonda sullo scenario economico nazionale e sulle possibili direzioni future.

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