La Nona di Beethoven: due secoli di mito | Cesare Galla

La Nona di Beethoven ha una connotazione politica molto peculiare. L’Inno alla Gioia, che la conclude, è considerato un simbolo universale non solo dell’arte dei suoni ma del pensiero nato durante l’Illuminismo, rappresentazione sonora della libertà e della pace nella fratellanza fra gli uomini. Eppure, nel corso della sua storia bicentenaria è stato spesso oggetto di mistificazione ideologica. Come ha raccontato il filosofo Slavoj Žižek nel documentario The Pervert’s Guide to Ideology (2012, regia di Sophie Fiennes), durante il Novecento ne hanno fatto un uso strumentale praticamente tutti i totalitarismi al potere sul pianeta. (doppiozero)

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Vienna, 7 maggio 1824. Il teatro di Porta Carinzia – oggi diventato un lussuoso hotel - è pieno di pubblico. Quella sera, debutterà una sinfonia di Beethoven, alla presenza del compositore. La sua precedente sinfonia, l’Ottava, risale a ormai dieci anni prima e da tempo è diventato rarissimo vedere Beethoven assistere all’esecuzione dei propri lavori: la sordità lo costringe ad evitare apparizioni pubbliche. (Avvenire)

Duecento anni fa, il 7 maggio, il pubblico viennese assisteva al debutto dell’ultima sinfonia di Ludwig van Beethoven, la Nona. Dirigeva il compositore, da tempo completamente sordo. (la Repubblica)

Uno dei momenti supremi della musica, la sua summa. Quattro i movimenti: nell’ultimo irrompe quell’Ode alla Gioia del poeta Friedrich Schiller divenuta, … (Il Fatto Quotidiano)

La Scala celebra il bicentenario della Nona di Beethoven

Secondo due studiosi americani e un appassionato australiano, che hanno pubblicato i risultati delle loro analisi sulla rivista Clinical Chemistry, sarebbe stato il piombo, presente in dosi altissime nella capigliatura del compositore, ad averlo reso prematuramente sordo e a causare altri gravi problemi di salute, tra cui crampi addominali continui, flatulenza e diarrea, di cui Beethoven si lamentava spesso. (La Nuova Venezia)

Lo stesso direttore si è complimentato più volte con l'orchestra, con il Maestro Malazzi, e con i cantanti solisti: il soprano Polina Pastirchak, il mezzosoprano Wiebke Lehmkuhl, il tenore Benjamin Bruns e il baritono Markus Werba. (TGR Lombardia)

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