Emergenza alimentare: 400 milioni per buoni spesa e prodotti di prima necessità

Il Sole 24 ORE INTERNO

L'ordinanza chiarisce che per le attività di distribuzione alimentare non ci saranno restrizioni agli spostamenti del personale e dei volontari del terzo settore.

Qui è possibile scoprire, Comune per Comune, come vengono ripartiti gli aiuti.

I comuni potranno anche acquistare direttamente generi alimentari e beni di prima necessità.

Dai buoni spesa ai prodotti di prima necessità. Le risorse assegnate dall'ordinanza e le eventuali donazioni potranno essere destinate dai comuni ad acquisire buoni spesa utilizzabili per generi alimentari di prima necessità. (Il Sole 24 ORE)

Su altre fonti

A Zerba (Piacenza), paesino che in base ai dati Istat è popolato da persone anziane, vanno 600 euro. Così vengono ripartiti i 400 milioni di euro con i quali i sindaci potranno fronteggiare l'emergenza Coronavirus distribuendo buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità a chi ne abbia bisogno. (Leggo.it)

Devi attivare javascript per riprodurre il video. Il contributo è destinato in particolare all’acquisizione di buoni spesa e di generi alimentari, o altri prodotti di prima necessità, da distribuire alle famiglie in difficoltà. (Verona Sera)

Si tratta di 4,3 miliardi di euro che anticiperanno il Fondo di solidarietà comunale (il 66% di quest'ultimo), più 400 milioni vincolati per le persone che non hanno i soldi per fare la spesa. Per arginare fenomeni di questo tipo e provare ad aiutare le persone in difficoltà il Governo ha varato una serie di provvedimenti. (AvellinoToday)

Ecco dunque nel dettaglio la ripartizione dei contributi spettante a ciascun comune. I buoni spesa saranno utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari o prodotti di prima necessità (ad esempio presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun Comune nel proprio sito istituzionale). (QUOTIDIANO.NET)

I Comuni, per l’acquisto e per la distribuzione dei beni, possono avvalersi degli enti del terzo settore. Nel documento è chiarito che i Comuni “possono destinare alle misure urgenti di solidarietà alimentare eventuali donazioni”. (BrindisiReport)

L’immancabile polemica sui soldi destinati dal Governo ai Comuni per l’acquisto dei buoni spesa per le famiglie meno abbienti è già servita. Dando un’occhiata all’allegato (scopri l’elenco completo dei Comuni), ecco i soldi destinati ad alcuni dei principali capoluoghi di provincia più colpiti dall’epidemia coronavirus per l’acquisto dei buoni spesa (oltre a quelli già citati di Roma e Milano): (La Legge per Tutti)