La «tragedia» annunciata di Rafah

La «tragedia» annunciata di Rafah
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Nonostante la ferma opposizione degli Stati Uniti, Israele è pronta a invadere Rafah e completare quello che è l’obiettivo annunciato di oltre sei mesi di guerra: smantellare Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo molti analisti l’intervento militare nel sud della Striscia è una «tragedia» annunciata, visto che nella città al confine con l’Egitto risiedono più di un milione di sfollati palestinesi, che non hanno una casa dove tornare. (Tempi.it)

Su altre testate

Israele sostiene che un attacco alla città più meridionale di Gaza è vitale per smantellare Hamas e ha proposto l’evacuazione dei civili. Ma più di un milione di persone si sono rifugiate in città. (Il Fatto Quotidiano)

Le armi però non cesseranno di sparare presto a Gaza. Dalle università americane alle città europee ed arabe, dove si moltiplicano le manifestazioni contro l’offensiva militare israeliana e le sue conseguenze su oltre due milioni di civili palestinesi (il manifesto)

La decisione di procedere con l’avanzata a Rafah, dove sono presenti attualmente circa un milione e mezzo di palestinesi è stata presa dal gabinetto di guerra dello Stato ebraico, deciso a eliminare quello che viene considerato l’ultimo “bastione” di Hamas (L'Unione Sarda.it)

Israele, decine di tank ammassati vicino a Rafah. Usa, via alla costruzione del molo per aiuti a Gaza

Il ministero della Difesa di Tel Aviv ha acquistato 40mila tende, dove saranno ospitati i palestinesi rifugiatisi a Rafah durante i mesi di guerra. L'operazione di evacuazione richiederà circa... (Virgilio)

I piani per l'offensiva su Rafah "stanno procedendo" e il primo obiettivo sono "quattro battaglioni di Hamas" presenti in città, ha fatto sapere il portavoce del governo israeliano David Mencer. PUBBLICITÀ (Euronews Italiano)

Dopo mesi di annunci e frenate, Israele sembra di nuovo accelerare nell'incursione di terra a Rafah, l'ultimo bastione di Hamas nel sud della Striscia di Gaza, dove sono sfollati oltre un milione di palestinesi in fuga dalla guerra e dove, secondo lo Stato ebraico, si nascondono le ultime sacche di resistenza della fazione islamica, compreso l'inafferrabile capo militare Yahya Sinwar. (ilgazzettino.it)