Antitrust punta il faro sulla "shrinkflation"

Teleborsa ECONOMIA

Ciç che rileva - ha spiegato Calabrò - non è la rdi prodotto contenuta nella confezione, che, ma piuttosto lanei confronti del consumatore.

"Finalmente qualcosa si muove sul fronte dell’inflazione occulta determinata dalla pratica sempre più diffusa di ridurre le quantità dei prodotti lasciando intatti i prezzi", afferma il presidente diFurio Truzzi, aggiungendo che il fenomenoPerla shrinkflation "èper scaricare l’aumento dei costi" su consumatori e produttori, perché con la guerra in Ucraina "si moltiplicano speculazioni e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino alal di sotto dei costi di produzione"

Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore,, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti. (Teleborsa)

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Ed in questa direzione la diminuzione della quantità di prodotto senza un'adeguata avvertenza sull'etichetta frontale, potrebbe essere ritenuta illegittima e a danno dei consumatori. Lo ha anticipato il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò, in un'audizione alla Commissione d'inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti. (ilmessaggero.it)

Il fenomeno sempre più in voga noto come “shrinkflation” finisce sotto il faro dell’Antitrust, che “sta monitorando” la faccenda per capire se sia opportuno aprire una indagine per “pratica commerciale scorretta” e “a danno dei consumatori”. (QuiFinanza)

L’Antitrust avvia un monitoraggio sulla cosiddetta «Shrinkflation», dall’inglese to shrink “restringere”e inflation “inflazione”. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. (Corriere della Sera)

È scorretto, però, diminuire il quantitativo interno di un prodotto mantenendo la confezione della stessa grandezza, oppure ridurre di pochi grammi il peso rispetto a quelli tradizionali e consolidati da decenni». (ilGiornale.it)

Un fenomeno sul quale l'allarme era stato lanciato dall'Unione Nazionale Consumatori (UNC), che o scorso 8 aprile aveva presentato un esposto (Studio Cataldi)

“Per garantirsi prodotti freschi e di qualità, ma anche per sostenere il sistema produttivo territoriale e non cadere negli inganni, il nostro consiglio è di acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati di Campagna Amica” concludono Reggio e Furia (La Nuova Provincia - Asti)