Medio Oriente, bombardata base a Baghdad: un morto e otto feriti. Gli Stati Uniti: “Non è stato un blitz di Israele”

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La ritorsione israeliana all’attacco dell’Iran della scorsa settimana non è finita. Fonti della sicurezza irachene hanno riferito di un "bombardamento" ad una base militare a sud di Baghdad che ha causato almeno un morto e un ferito. In un nuovo raid che giunto 24 ore dopo quello condotto in territorio iraniano, lo Stato ebraico “ha centrato una base militare nell'Iraq centrale che ospita truppe dell'esercito ed ex paramilitari filoiraniani di al-Ḥashd ash-Shaʿbī integrati nelle forze regolari irachene. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altre testate

Poche ore prima che si votasse, il ministro degli esteri turco Hakan Fidan aveva incontrato a Doha il … (la Repubblica)

Al Consiglio di Sicurezza gli Stati Uniti hanno votato contro la richiesta palestinese di diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Il Consiglio, composto da 15 membri, ha votato un progetto di risoluzione che raccomandava ai 193 membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di ammettere “lo Stato di Palestina alle Nazioni Unite”. (Avanti Online)

La piena adesione della Palestina all’ONU è stata respinta, giovedì sera, dal Consiglio di sicurezza a causa del veto statunitense. Due si sono astenuti e uno di questi è la Svizzera. (RSI.ch Informazione)

"Domani saranno convocati gli ambasciatori di Francia, Giappone, Corea del Sud, Malta, Repubblica slovacca ed Ecuador" e nei loro confronti "verrà espressa una forte protesta", ha precisato il ministero sul suo account X. (Il Messaggero Veneto)

“Il giudizio della leadership palestinese circa il veto posto dagli Usa in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul riconoscimento a pieno titolo dello Stato di Palestina è stato netto: si tratta di una decisione immorale e ingiustificata, oltre che contraria alla volontà della comunità internazionale. (LAPRESSE)

Il tutto mentre funzionari dell’amministrazione Biden assicuravano l’impegno per un accordo diplomatico a lungo termine che spinga il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad accettare di impegnarsi per la nascita di uno Stato palestinese in cambio del riconoscimento diplomatico da parte dell’Arabia Saudita. (L'INDIPENDENTE)