Otto Cpr attivi in Italia e 500 migranti ospitati nelle strutture: “Sono luoghi di detenzione disumani”

la Repubblica INTERNO

Detenuti, senza aver commesso nessun reato, in condizioni spesso disumane e in attesa di un rimpatrio che nella maggior parte dei casi non avviene.È questa la drammatica situazione in cui si trovano i circa 500 migranti attualmente ospiti degli otto Cpr attivi in Italia dove il periodo di detenzione è stato portato da 3 a 18 mesi. Avrebbero dovuto essere molti di più i centri per il rimpatrio che il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ritiene strumento indispensabile per aumentare i rimpatri ma, con i soldi stanziati già dalla finanziaria 2022, di nuovi centri non ne è stato realizzato neanche uno, anzi non esiste neanche una lista di località individuate. (la Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

Per questo, il Naga, associazione che difende i migranti e garantisce l'assistenza sanitaria anche ai clandestini, con un esposto alla magistratura chiede il s… (La Repubblica)

Circa 500 persone “trattenute”, in otto centri gestiti da privati. E’ quanto emerso dal dossier presentato oggi dal Tavolo Asilo e Immigrazione dopo le visite nei Cpr italiani di parlamentari che fanno capo ai partiti di opposizione, Pd, Movimento 5Stelle, Verdi e Sinistra Italiana, +Europa, e dei consiglieri regionali degli stessi gruppi. (il Fatto Nisseno)

500 vite rinchiuse nei CPR tra psicofarmaci e violazione dei diritti Dossier del Tavolo Asilo e Immigrazione su ispezione negli otto Centri di permanenza e rimpatrio (Nigrizia.it)

Fotogramma (Avvenire)

E ancora, spaesamento e incertezza dovuta all’assenza di diritti, compreso quello alla salute, con patologie gravi non trattate e forte disagio psichico. Dalla somministrazione “massiccia” di psicofarmaci ai tentativi di suicidio “minimizzati dagli enti gestori, in gran parte privati, come mere simulazioni”, alle tracce e segni di autolesionismo riscontrati tra i migranti reclusi. (Il Fatto Quotidiano)

Gli episodi nel centro di permanenza per il rimpatrio, commissariato da dicembre, sarebbero avvenuti tra il 10 e il 18 febbraio scorso, raccontano Riccardo Tromba, presidente del Naga, e Nicola Cocco medico della rete “Mai più Lager” (TGR Lombardia)