GLI AGENTI DI COMMERCIO CONTRO CITTA' 30 A BOLOGNA

Ancora una volta si registra una serie di ostacoli alla categoria. Il problema riscontrato non è stato solo la totale insufficienza di parcheggi (oggi occupati in numero considerevole dai cantieri), ma ora anche la limitazione alla velocità con inevitabili contravvenzioni delle quali siamo certi, allo stato dei regolamenti, colpiranno anche lievi sforamenti del limite. C’era necessità di adottare drastiche misure senza una progressiva introduzione, valutando anche i reali benefici?
BOLOGNA, (informazione.it - comunicati stampa - trasporti)

L’Associazione Agenti e Rappresentanti di Commercio di Bologna – FNAARC Bologna – registra fra i suoi oltre 1000 iscritti una larga maggioranza che non solo è contraria all’introduzione dei limiti sul territorio cittadino sic et sempliciter, ma ne è rimasta piuttosto sconcertata e spaventata. Tutto il tessuto commerciale cittadino è direttamente collegato con la categoria degli agenti di commercio, che ne curano l’approvvigionamento, l’innovazione, l’adattamento quali-quantitativo. Contribuiscono, secondo dati nazionali, a circa il 70% del PIL.

Per essere esemplificativi in periodo covid e soprattutto post covid sono stati certamente uno dei motori della riaccensione della macchina distributiva ed economica, pur essendone stati al pari vittime. Il mezzo assoluto di lavoro è l’automobile (e, senza polemica, non la bicicletta o il monopattino), con campionario spesso ingombrante. Ancora una volta si registra una serie di ostacoli alla categoria. Il problema riscontrato non è stato solo la totale insufficienza di parcheggi (oggi occupati in numero considerevole dai cantieri), ma ora anche la limitazione alla velocità con inevitabili contravvenzioni delle quali siamo certi, allo stato dei regolamenti, colpiranno anche lievi sforamenti del limite.

Ci si domanda se la paternità di questa norma abbia fatto personalmente per una giornata intera di lavoro un test di come sia possibile mantenere la velocità nei limiti prescritti senza distrarsi a controllare il contachilometri. Nulla si sa d’altro canto su quali saranno i controlli su cicli e monopattini che abitualmente si vedono sfrecciare nel centro cittadino a velocità superiori a quelli imposti, anche contromano e sotto i portici. Verranno comminate contravvenzioni anche a quegli utenti, oggi considerati “deboli”? 

Siamo molto poco d’accordo con la tesi secondo la quale il beneficio ritraibile in termini di vite umane, anche per la nostra categoria di interesse preminente, la limitazione dell’inquinamento e la maggiore vivibilità si ottengano con questa norma così come imposta. Siamo a conoscenza che in grandi città nel mondo, come Londra, i limiti non sempre già attuati (NY), sono di 20 Mph (=32 KM/h) ma concentrati chirurgicamente in una specifica mappa di strade (zone rosse) in 5 quartieri della Città, non indiscriminatamente ovunque.

Quale impatto economico-sociale ci troveremo a fronteggiare con tutte le sospensioni delle patenti al superamento di 1 km i limiti? E sull’altro fronte: come si gestirà la mole di contenzioso che si genererà? C’era necessità di adottare simili drastiche misure senza valutare una progressiva introduzione per gradi, valutando anche i reali benefici non per ipotesi. L’introduzione di fasce orarie? Il timore di chi scrive è che si sia ragionato con la logica “commerciale” di puntare al massimo per poi eventuale calare.

Noi siamo spaventati e certi che così i problemi cari all’Amministrazione non si risolveranno molto e se ne aggiungeranno tanti altri, senza aver fatto nulla di riguardo per la nostra categoria, informata solo a “giochi fatti”. Si auspica un tentativo della P.A. di ripensamento, quanto meno nella tempistica (come tutto il resto d’Italia e d’Europa) e talune modalità applicative del principio, come reale volontà di condivisione della politica cittadina al contemperamento delle esigenze di tutti fra cui ci sono anche gli agenti di commercio (a Bologna e provincia oltre 4000).

Il Presidente
Roberto Govoni

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Ufficio Stampa
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