"Amore in Contanti" il libro che svela il mondo segreto dei gigolò e delle loro clienti

In uscita il libro che per primo, nel panorama della saggistica psicologica, ha indagato il mondo e le relazioni dei gigolò e delle sue clienti tramite interviste/colloqui che fanno emergere una realtà fatta di sesso ma anche di sentimenti.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media) Cosa sappiamo davvero degli gigolò, uomini che vendono il proprio corpo a donne abbastanza coraggiose da pagarsi il sogno di una notte, che non sia in effetti mediato da qualche film o da qualche racconto cronachistico in cerca di morbosità? Cosa sappiamo, soprattutto, delle clienti di questi uomini che non sia semplice stereotipo? Poco o nulla, in effetti. Amore in Contanti, fa emerge il sommerso, raccontando la realtà del gigolò più noto d’Italia, Roy Dolce, e di cinque sue clienti, tutto attraverso una serie di dialoghi intrattenuti con lo psicologo psicoterapeuta Alessandro Pedrazzi. Roy ci apre le porte della sua peculiare professione, della sua relazione con le donne e del suo piccolo mondo privato al quale torna ogni volte che termina la notte. Le clienti che si raccontano sono lavoratrici, madri di famiglia, insospettabili protagoniste forti e fragili del nostro stesso tessuto sociale. Storie vere, confessioni, dolorosi ricordi e divertenti aneddoti ci parlano di un ecosistema fatto di sesso ma, soprattutto, di sentimenti e amore, in cui il termine prostituzione assume riflessi ben diversi da quanto ci si aspetterebbe. La lettura psicologica di questi racconti proietta una luce nell’inconscio di chi ha avuto il coraggio e, perché no, il piacere di esporsi al giudizio del lettore. Amore in Contanti non desidera descrivere i protagonisti di questo mondo in chiave patologica, né far assurgere a modello di riferimento la dimensione del sesso impersonale e del guadagno facile; l’immersione in questo mondo, per ora sostanzialmente sconosciuto, vuole evitare alla prostituzione maschile un’accresciuta dimensione di emarginazione sociale e indifferenza, cose che consentono l’affermarsi d’interpretazioni stereotipate utili soprattutto a chi opera in malafede. Ciò è possibile riequilibrando le immagini di un ecosistema e delle persone che lo abitano, restituendo loro qualche dose di realismo.
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