S’illumina la via del Sale

Si chiama Lungomare Rossini, è un collegamento stradale nuovo di zecca, realizzato dopo una lunghissima fase di progettazione e un altrettanto lungo iter di burocrazia, che unisce il centro abitato alla zona ospedale
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - varie) Si chiama Lungomare Rossini, è un collegamento stradale nuovo di zecca, realizzato dopo una lunghissima fase di progettazione e un altrettanto lungo iter di burocrazia, che unisce il centro abitato alla zona ospedale: da un lato guarda il golfo di Augusta, dall’altro, a perdita d’occhio, l’antica area delle Saline Regina, per secoli importantissimo sito di estrazione del sale in Sicilia, oggi area umida tutelata per il suo valore storico e per il suo specifico di sito di ripopolamento di avifauna rara. Una strada nuova, risultato di un ampliamento di una stretta via preesistente prescritto ben dieci anni fa dal Dipartimento di Protezione civile della Regione Sicilia.
Si trattava di realizzare su carta un adeguamento alle vie di fuga indispensabile per la specificità e delicatezza del luogo, si è costruito un vero lungomare con faraglioni artificiali, percorso carrabile e camminamento pedonale, suggestivo di giorno e ancora più di notte grazie a un nuovissimo impianto di illuminazione. Il paradiso degli jogger e degli amanti della tranquillità, del mare e del paesaggio. “Il viale è lungo un chilometro e mezzo circa” Ci racconta la progettista Lucia D’Aquia “Ci sono due corsie da tre metri e cinquanta più mezzo metro di barriera laterale e un camminamento sul lato mare. Tutto rialzato per ovvi motivi, e progettato con il supporto di approfonditi studi idraulici marittimi. La strada originaria era costantemente sommersa”.

La genesi del progetto è stata lunghissima. “Risale al 2000, e allora non eravamo noi i progettisti ¨ spiega ancora l’architetto – “Io e il mio collega ingegner Curmona siamo subentrati in seguito. Non sto a ricordare come mai vi siano stati tempi così lunghi, vuoi la complessità dell’opera, vuoi la burocrazia. I lavori però sono stati svolti molto celermente: in due anni tutto è stato rifatto, e in pochi mesi il nuovo lungomare è diventato un importante polo d’attrazione per la città, di giorno e anche nelle ore serali, grazie all’illuminazione”.

Luce nobile fra storia e mare

“L’illuminazione del viale è stata studiata senz’altro sulla base di esigenze pratiche. Ma era indispensabile anche rispettare canoni estetici adeguati all’eleganza del luogo e all’importanza del sito, interamente sottoposto a vincoli da parte della Sovrintendenza ai beni ambientali della Sicilia”. Così la progettista architetto dell’Aquia, in collaborazione con Disano Sicilia, ha studiato le soluzioni illuminotecniche. La scelta è caduta su apparecchi Sforza, montati su pali bipartiti alti otto metri collocati lungo tutto il viale. Su strada sono stati scelti apparecchi a ioduri metallici montati ad un’altezza di 7 metri e 70, per il marciapiede le lampade a vapori di sodio sono state collocate a 4 metri e 50. Gli Sforza regalano luce gialla e intensa selezionata per i particolari effetti visivi creati dal bianco sito delle saline. L’intero intervento è stato seguito con molta attenzione dal Comune e dal sindaco Massimo Carruba. E’ enorme infatti il riguardo verso il sito protetto, teatro di progetti naturalistici di rilievo e importante fetta di storia produttiva locale. La necessità di preservare l’ecosistema dei luoghi ha condizionato anche l’attività di cantiere: i lavori sono stati interrotti per due anni consecutivi per tutto il periodo da aprile a luglio, quello delle nidificazioni.

Dai Saraceni ad oggi, storia di un sito millenario

Le Saline Regina hanno avuto per secoli un ruolo principe nell’attività dell’estrazione del sale in Sicilia, attività che affonda radici molto antiche nel territorio megarese. L’area, oggi non più produttiva, è stato scenario di importantissime vicende storiche. Fra queste un memorabile assalto alla città sferrato dai Saraceni nel 1551 con ben cento galere. L’attività estrattiva, dopo molte vicissitudini, è cessata a ridosso degli anni Cinquanta. Ma l’ex Salina conserva inalterato il suo valore di sito storico, etno-antropologico, archeologico industriale e naturalistico, in quanto, come tutte le zone umide della Sicilia orientale, è area nevralgica per le rotte migratorie e sito di svernamento di avifauna acquatica pregiata. L’area è costantemente monitorata nell’ambito del programma di ricerca IWC (International Waterfowl Census, censimento internazionale degli uccelli acquatici), coordinato in Italia dall’ Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Dagli studi effettuati sulle tre saline di Augusta risultano attualmente censite 122 specie. Fra queste, nidificanti in estate, alcune coppie di Cavaliere d’Italia.
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