TRA BEZOS E TRUMP, UNA QUERELLE FINITA. L’astio di Trump nei confronti di Amazon è ben documentato. uest’estate Trump ha messo in dubbio il processo, avvertendo che le “grandi aziende” se ne sono lamentate. Al momento la Casa Bianca non ha risposto a una richiesta di commento. Trump ha lanciato “ripetuti attacchi pubblici e dietro le quinte per allontanare il contratto Jedi da Aws e danneggiare così il suo nemico politico”.
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Per comprendere le ragioni di tali affermazioni è necessario fare riferimento alle diverse pressioni che le aziende della Silicon Valley stanno ricevendo perché sottolineino le proprie convinzioni pacifiste. A tal proposito basti pensare a Google, i cui dipendenti hanno recentemente contestato il coinvolgimento del gruppo nel "Project Maven" (AI per droni militari) fino a determinarne il ritiro dalla commessa.
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L’ex-ministro della difesa James Mattis, sostiene la corporation, sarebbe stato letteralmente apostrofato con un “si fotta Amazon” da Trump come emerge dal libro A Warning. Trump, dice ancora Amazon, avrebbe lanciato attacchi ripetuti nei confronti della corporation e della sua offerta per JEDI, sia in pubblico che dietro le quinte. Ora emerge anche quello che, a dire di Amazon, sarebbe uno dei principali responsabili di questa scelta “scorretta”, vale a dire il presidente americano Donald Trump
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Amazon contro Trump. “La domanda è se il Presidente degli Stati Uniti possa permettersi di usare il budget del Ministero della Difesa per perseguire i suoi fini personali e politici”, si legge nel comunicato. Ora la compagnia di Jeff Bezos afferma che la colpa è stata del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che per mesi ha attaccato privatamente e pubblicamente Amazon e il suo CEO. Le accuse di Amazon, quindi, sono molto simili a quelle rivolte a Trump dai Democratici…
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Amazon sembra però voler resistere a tutti i costi a questo tipo di pressione: è accaduto in passato — quando gli impiegati hanno chiesto al gruppo di smettere di fornire i propri servizi al servizio immigrazione statunitense — e dalle parole del suo CEO sembra che avverrà anche in futuro. Ormai sempre più dipendenti delle grandi aziende hi tech statunitensi stanno rendendo noto che non vorrebbero che i loro datori di lavoro collaborassero con l'esercito nello…
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La passione per lo sport di Amazon e di altre realtà analoghe come Facebook non è una novità. Virgil van Dijk (Liverpool) e Moise Kean (Everton) - Getty Images. Stanno arrivando, sono sempre più vicini. Perché nei giorni della Premier ha assistito al record di sottoscrizioni ad Amazon Prime da quando il servizio è stato lanciato, nel 2007. Resta il nodo di farle felici e far vedere loro i gol senza ritardi e blocchi di sorta, ma la partita è iniziata.
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Amazon, concorrente rimasto fino all’ultimo papabile vincitore, ha visto dissolversi l’opportunità di allestire e gestire la nuova infrastruttura cloud del Pentagono sui propri server AWS. Il contratto multimiliardario JEDI è stato assegnato a Microsoft al termine di un iter non privo di attriti e ostacoli. La decisione, stando a quanto afferma il gruppo di Jeff Bezos, è stata falsata dai ripetuti interventi di Donald Trump
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Google, che di controversie ne ha già più che a sufficienza, ha deciso di lasciar perdere, per esempio - almeno per ora. Le dichiarazioni non giungono come una sorpresa, in effetti: Amazon ha già svolto progetti per conto dei militari in ambiti molto delicati, come per esempio il riconoscimento facciale, e Blue Origin, l'azienda spaziale sempre di proprietà di Bezos, ha già detto che nel futuro intende occuparsi del lancio di razzi militari.
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Bezos ha citato, come esempio, un campo del quale è piuttosto esperto, grazie alla sua Blue Origin: lo spazio. «La mia idea è che se Big Tech ha intenzione di voltare le spalle alla difesa nazionale, questa nazione è nei guai. Quanto il patriottismo di Bezos sia spontaneo e quanto interessato, può essere materia di dibattito. Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulla Rassegna stampa del Corriere della Sera: per leggerla basta cliccare qui.
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