Proteste pro Palestina nelle università americane

Le università americane sono diventate il palcoscenico di proteste pro Palestina. Gli studenti si stanno mobilitando per difendere il diritto legittimo al dissenso e dare voce ai diritti del popolo palestinese. Tuttavia, c'è una preoccupazione crescente che queste proteste possano degenerare in un'ondata di antisemitismo, rievocando la peggiore stagione del secolo scorso.

Equilibrio tra dissenso e rispetto

Negli Stati Uniti, mantenere un equilibrio tra il diritto al dissenso e il rispetto per gli altri non è un compito facile, soprattutto nelle università dove le proteste pro Palestina continuano. Il rischio di infiltrazioni di persone esterne agli atenei è altissimo. Alcune università, come la Columbia University, hanno deciso di chiudere gli accessi a chi non ha il badge.

Impatto sulle elezioni presidenziali

Secondo Afifeh Abedi, ricercatrice su questioni di politica estera presso il Center for Strategic Research (Csr) di Teheran, le proteste potrebbero avere un impatto sulle elezioni presidenziali americane. "Il trattamento violento degli agenti di polizia americani nei confronti di studenti e professori consapevoli dei crimini di Israele, combinato con il pieno sostegno dell'Amministrazione Biden alla guerra a Gaza, indebolirà senza dubbio la sua posizione alle elezioni presidenziali americane", afferma Abedi.

Proteste internazionali

Le proteste non si limitano agli Stati Uniti. Anche in Europa, da Berlino a Parigi, c'è una crescente mobilitazione contro quello che viene percepito come un genocidio e una repressione imperiale. A Parigi, gli studenti della prestigiosa università Sciences Po hanno occupato la sede centrale, esponendo striscioni con la scritta "COMPLICE" e decorando le finestre con i colori della Palestina.

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