"E LE STELLE STANNO A GUARDARE" - Testo e Regia di Antonio Stoccuto

FAZIOPENTHEATER 2023 - 2024 Rassegna Nazionale di Teatro - Danza - Arti Performative (VI EDIZIONE)
Capua, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)

FaziOpenTheater 2023 - 2024 (VI Edizione)

Rassegna Nazionale di Teatro - Danza - Arti Performative

 Ideazione e direzione artistica di Antonio IAVAZZO

Organizzazione generale di Gianni ARCIPRETE                                                                                                                                                         

 FAZIOPENTHEATER 2023 – 2024

Rassegna Nazionale di Teatro – Danza – Arti Performative

(VI EDIZIONE)

 COMUNICATO STAMPA

 6^ spettacolo in programma

SEZIONE TEATRI D’INNOVAZIONE

DOMENICA 7 GENNAIO 2024 – ORE 19.00

SALA TEATRO di PALAZZO FAZIO                                             

via Seminario 10 – Capua

 

ANTONIO STOCCUTO di Napoli

E LE STELLE STANNO A GUARDARE

 Anteprima assoluta in Campania

 DRAMMATURGIA E REGIA

Antonio STOCCUTO

 INTERPRETI

Antonio STOCCUTO – Chiara DI BERNARDO

 DISEGNO LUCI – ELEMENTI DI SCENA - MASCHERE

Antonio STOCCUTO

 NOTE

Il progetto “Le stelle stanno a guardare” è il primo capitolo di una trilogia dedicata all’invisibile. Con questa opera si vuole elaborare un percorso di ricerca che faccia luce su diversi concetti: Le emozioni L’elaborazione del lutto Il rapporto tra morte e vita L’invisibile che collega diverse realtà apparentemente molto lontane. La possibilità di avere antenne che percepiscono un altro non chiaro, ma esistente. L’umano apre uno spiraglio, attraverso l’invisibile, per rivivere interiormente un contatto con ciò che nel presente sfugge. Si viene prima o dopo in relazione con l’esperienza della morte e nel viaggio che si compie, previve il rapporto con essa accumulando via via, avvenimenti vicini e personali o distanti e impersonali che costringono a farne tesoro. Si elaborano pensieri, sedimentano emozioni, si inventano credi e religioni. Ciò che accomuna tutti, come sosteneva il sociologo Bauman, è che la morte è per definizione la negazione assoluta dell’esperienza, non si può toccare né immaginare, ma quando essa sfiora da vicino un partner, un amico o un familiare, conduce nelle sue realtà. Farne la conoscenza, un certo numero di volte, è come una prova generale di quel che significherà. L’umano percorre il suo viaggio in questa realtà sommersa dalla superficie dei sensi. Il lavoro drammaturgico presenta elementi che fungono da capisaldi nel divenire dell’esecuzione messa in atto dall’umano, quali: il respiro- il filo rosso – il canto/preghiera – le maschere – l’abbraccio. L’intera opera è una dedica all’amata nonna

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