Fondo pensione, al lavoratore conviene anche dopo i cali del 2022

Wall Street Italia ECONOMIA

La previdenza complementare resta la scelta migliore per un lavoratore, nonostante i crolli registrati dai fondi pensione nel 2022 (come avvenuto anche a tutti gli altri asset). Questo perché, al netto dei cigni neri che possono capitare e hanno un impatto su ogni tipo di investimento, decidere di puntare sul Tfr e rinunciare alla pensione integrativa offre ricavi minori nel tempo. Un anno da dimenticare per i fondi pensione Nel 2022 i rendimenti dei fondi di previdenza integrativa a causa del calo dei mercati azionari e del rialzo dei tassi di interesse sono stati fortemente negativi, mentre il Tfr si è rivalutato dell’8,3%. (Wall Street Italia)

La notizia riportata su altri media

Fondo pensione: il 2022 si è rivelato un anno terribile per la previdenza integrativa. Sul settore si è abbattuta l’onda lunga della pandemia, i contraccolpi sul mercato azionario di crisi energetica e conflitto tra Russia e Ucraina hanno fatto il resto. (Termometro Politico)

Come noto il Tfr, cioè quella quota di retribuzione dei lavoratori dipendenti che viene accantonata ogni mese dal datore di lavoro, si rivaluta annualmente nella misura del 1,5% fisso + 0,75% dell’indice di inflazione determinato dall’Istat. (InvestireOggi.it)

Il TFR tenuto in azienda viene pagato al termine di ogni rapporto di lavoro. Il TFR versato a un fondo pensione, invece, viene accumulato nella posizione individuale aperta presso il fondo e pagato nel momento in cui si richiede la pensione complementare o una delle altre prestazioni previste. (QuiFinanza)

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Certamente il 2022 è stato un anno particolare: disastroso per i mercati azionari e obbligazionari, tra guerra in Ucraina, crisi energetica, inflazione a due cifre e rialzi dei tassi, estremamente favorevole per il Tfr non investito che viene annualmente rivalutato a un tasso pari a una quota fissa dell’1,5% maggiorato del 75% dell’aumento dei prezzi al consumo. (la Repubblica)

Il 2022 è stato l’anno nero dei fondi pensione. Il ritorno dirompente dell’inflazione, alla quale non eravamo più abituati, ha riportato i risparmiatori coi piedi per terra. Del resto, l’era dei tassi a zero, durata circa un decennio, rappresenta una anomalia e non la regola nella storia dei mercati. (InvestireOggi.it)